La stagione venatoria si è conclusa da tempo, ora la Federazione Italiana della Caccia ha invitato i volontari che hanno aderito al progetto “Diari di Caccia” a inviare i dati sui loro abbattimenti attraverso la restituzione degli stessi diari nelle tre modalità che preferiscono. La trasmissione, infatti, può avvenire mediante indirizzo postale (il diario vero e proprio oppure la sua fotocopia), avendo cura di inviare i documenti alla sede romana di Via Salaria 298/A. Le due alternative sono quelle del fax (il numero messo a disposizione è lo 06844094217) e della scansione oppure della foto delle pagine tramite messaggio di posta elettronica (l’indirizzo di riferimento è [email protected]).
Federcaccia ha anche ringraziato i cacciatori che hanno fornito il loro contributo a questa importante ricerca. Tra l’altro, come si può leggere nella nota ufficiale della federazione, sono stati analizzati i dati dei diari per quel che riguarda tre specie, vale a dire turdidi, allodola e tortora: si sta parlando delle prime tre annualità della ricerca, uno studio che è stato presentato in una tesi di laurea dell’Università di Padova. Marco Fasoli, iscritto al Corso in Tecnologie Forestali e Ambientali, e il suo relatore, il professor Maurizio Ramanzin, si sono occupati proprio dell’impiego dei diari di caccia, con interessanti indicazioni per i volatili cacciabili nel nostro paese.
La tesi in questione ha avuto come obiettivo principale quello di esaminare i dati degli abbattimenti in base a oltre duecento diari di caccia nel corso di tre stagioni venatorie diverse (2010-2011, 2011-2012 e 2012-2013). Le specie analizzate sono l’allodola, il merlo, il tordo bottaccio, il tordo sassello e la cesena. Nello specifico, il lavoro dello studente ha evidenziato 44152 abbattimenti complessivi e una serie di carenze di cui non si può non tenere conto, in quanto hanno ridotto il potenziale di utilizzo dei diari di caccia, una iniziativa che potrebbe diventare ancora più efficace.
In effetti, la numerosità è stata definita ancora “limitata”, comunque i numeri e i dati sono il segnale di un rendimento dello sforzo di caccia che è influenzato in modo differente per le singole specie dalle altimetrie e dalle condizioni del meteo. Il rendimento appena citato, tra l’altro, è stato inteso come un indice di abbondanza. Le ipotesi di questo lavoro universitario, infine, sono state sperimentate e dimostrare sia a titolo di esempio che di semplice esplorazione scientifica, utilizzando una analisi di tipo statistico dei dati della singola specie attraverso il database considerato più rappresentativo, cioè il tordo bottaccio.