La fase di raccolta dati del Progetto Beccaccino 2020 può ritenersi conclusa in quanto i trasmettitori satellitari hanno probabilmente esaurito le loro batterie e non forniranno più localizzazioni. Ora inizierà la fase di elaborazione dei dati da parte dei ricercatori dell’Università di Pisa. Il risultato per noi è stato più che ottimale: due beccaccini su tre hanno funzionato in maniera efficace per un periodo piuttosto lungo, portandoci virtualmente con loro fino nella Russia più profonda.
La metodologia utilizzata è stata quella del tracking satellitare che integra la tecnologia GPS per la localizzazione accurata degli animali e la tecnologia ARGOS per la trasmissione dei dati via satellite. I trasmettitori utilizzati sono molto piccoli e il loro peso non supera il limite del 3% del peso dell’animale, come suggerito dalla letteratura scientifica sull’argomento. A causa di questa miniaturizzazione estrema questi strumenti non possono essere dotati di ricarica tramite pannelli solari come avviene per i dispositivi più grandi usati sugli anatidi o sulla beccaccia e quindi la loro durata è limitata.
Per dare un indicazione più concreta lo strumento utilizzato sui beccacini ha fornito localizzazioni per ca. 5 mesi, raccogliendo dati circa ogni 60 ore , mentre gli strumenti utilizzati per animali di dimensioni più grandi possono durare diversi anni localizzando gli animali ad intervalli anche di pochi minuti. Questi strumenti possiedono una tecnologia molto avanzata e sono in continua evoluzione motivo per cui hanno un costo molto elevato. Per questo ci teniamo a ringraziare particolarmente chi ha contribuito a finanziare questo progetto anche quest’anno, ovvero:
– Tutti i cacciatori che hanno donato soldi tramite la card dell’ACMA
– Club del Beccaccino Milano 1929
– L’ATC Rovigo 3 Delta del Po
– Federcaccia Nazionale