Come sottolineato da EPS, dall’ultimo incontro tenuto presso la Presidenza della Regione Toscana con le Associazioni Venatorie, le Associazioni Agricole e gli ATC è emersa soprattutto la necessità di recuperare e ristabilire un percorso condiviso su tematiche centrali per il futuro della caccia in Toscana. Intanto si è preso atto che occorre da subito delineare le linee strategiche sulle quali caratterizzare l’azione di governo: lavorare all’impianto del Nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale, definire una volta per tutte funzioni, ruoli e responsabilità degli ATC, avere garanzia di risorse per i miglioramenti ambientali, la prevenzione dei danni ed il controllo del territorio. Senz’altro la priorità è quella di avere un nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale.
Il PFVR infatti, rappresenta lo strumento principe attraverso il quale potranno essere reimpostate tutte le strategie gestionali e con esse il ruolo insostituibile degli istituti faunistici pubblici e privati e delle aree protette. Non è possibile affrontare le varie problematiche (danni da ungulati, perdita di biodiversità, valorizzazione dei territori ecc…), se non c’è una programmazione di fondo, una “visione” della pianificazione faunistico venatoria che vogliamo per la nostra regione . Occorre quindi tenere aperti i tavoli di concertazione a cui devono essere presenti tutti i soggetti interessati alla gestione del territorio, per riaffermare ruolo e competenze degli ATC, costruire il nuovo Piano Faunistico Regionale, individuare le strategie gestionali per il rilancio del modello toscano.
Il Presidente Rossi ha proposto di giungere ad un protocollo d’ intesa da sottoscrivere tra le organizzazioni, la Regione e gli ATC incentrato sui seguenti punti:
• Nuova impostazione di Governo per superare le criticità in materia faunistico-venatoria;
• Linee di indirizzo del Nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale entro il 31.12.2018;
• Modello di gestione, risorse, ruolo e competenze degli Ambiti Territoriali di Caccia;
• Approvazione di uno specifico regolamento inerente alle linee guida regionali per la determinazione e risarcimento dei danni da fauna selvatica alle produzioni agricole;
• Applicazione fondo di solidarietà per gli ATC con minori entrate economiche;
• Elenco e modalità di rotazione per i periti incaricati nella valutazione dei danni da fauna selvatica;
Successivamente alla sottoscrizione del protocollo, la Giunta Regionale, provvederà a riformulare alcune delibere operative, bloccate nelle precedenti sedute della Giunta stessa e che nella riunione di ieri è stato deciso di rinviare per ulteriori approfondimenti.
Tra gli atti proposti, l’EPS esprime la propria contrarietà a quello che prevede la trasformazione di tutte le ZRC in altri istituti o addirittura in territorio a caccia programmata. Occorre infatti trasformare o revocare solo quelle che rispondono a due requisiti:
• danni da ungulati insostenibili nonostante la prevenzione attiva o passiva;
• scarsa vocazione per la piccola selvaggina per mutate condizioni ambientali/agronomiche e/o per impossibilità gestionale da parte della parte pubblica.
Si auspicano invece interventi volti a valorizzazione e promuovere gli istituti privati toscani che rappresentano una componente essenziale della gestione del territorio. Riportiamo di seguito lo stralcio di un articolo della Confederazione Cacciatori Toscani che parla della nostra associazione e di temi a noi cari:
“(…) Anche il ruolo degli istituti privati pertanto, assume un rilievo di grande importanza; oggi infatti per le Aziende Faunistico Venatorie la legge delega oltre ad un prelievo pianificato, il compito di contribuire al mantenimento della conservazione faunistica attraverso buone pratiche gestionali, finalizzate alla salvaguardia di un bene comune quale appunto la fauna selvatica. Nessuna demonizzazione quindi verso coloro che nel rispetto dei vincoli di legge, contribuiscono seppur dal fronte privato, alla produzione e mantenimento di ambiente e di fauna selvatica di qualità. La stessa normativa nazionale, ma anche le leggi regionali, hanno da tempo stabilito la positività di un connubio tra i legittimi attori e gestori del territorio nell’interesse generale della collettività. L’ Ente Produttori Selvaggina (EPS) è tra le associazioni sicuramente oggi più impegnate, partendo da un suo ammodernamento e rafforzamento organizzativo, a raccogliere la sfida della qualità per estendere le funzioni di questi importanti istituti, al comparto ambientale, culturale, cinofilo, turistico e delle produzioni di qualità”.