Direttiva Uccelli e regolamento REACH
Le associazioni venatorie riconosciute Federcaccia, Enalcaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia, e il CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura, riunite insieme nella Cabina di Regia del mondo venatorio, hanno appreso la notizia dell’avviamento, da parte della Commissione Europea, di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per mancato allineamento della normativa italiana alle direttive Ue in materia di caccia, e in particolare in riferimento alla Direttiva uccelli e al regolamento REACH.
Le normative oggetto d’esame
Da una prima verifica ci risulta che le normative nazionali sulla caccia attenzione dalla Commissione, oggetto delle procedure EU Pilot, siano le seguenti:
la legge 29 dicembre 2022, che ha introdotto l’autorizzazione per le regioni a prevedere il controllo e, se necessario, piani di controllo numerico mediante abbattimento o cattura delle specie selvatiche (in particolare per il contenimento dei cinghiali), in quanto ritenuta non conforme alla direttiva Uccelli 2009/147/CE;
la legge 9 ottobre 2023 n. 136 (decreto Asset) che ha modificato l’art 31 della 157/92, in quanto ad avviso della Commissione mira a fornire un’interpretazione del regolamento (UE) 2021/57 REACH, limitando l’uso di munizioni contenenti piombo all’interno o in prossimità di zone umide. Questa legge ha l’effetto di recepire un regolamento dell’UE, il che costituisce per la Commissione una violazione dell’articolo 288, paragrafo 2, del TFUE. Inoltre, la legge non è ritenuta conforme alle disposizioni modificate del regolamento REACH in quanto limiterebbe la nozione di “zone umide”, aggiungerebbe ostacoli pratici all’accertamento del reato e stabilirebbe una sanzione che non è ritenuta proporzionata né dissuasiva.
La risposta entro due mesi
La Cabina di Regia, ritenendo pretestuose e non fondate molte delle eccezioni sollevate dalla Commissione, si è prontamente adoperata con i Ministeri competenti per fornire supporto alle Istituzioni con le proprie competenze in vista della risposta che il Governo dovrà fornire alla Commissione Europea, entro due mesi. Confidiamo che questa scadenza sia rispettata al fine di evitare una stagione venatoria piena di incertezze e pertanto chiediamo al Governo ed ai Ministeri competenti di attivarsi prontamente per risolvere in tempi brevi la problematica (fonte: Federcaccia).