Si è dato l’avvio, per la prima volta nella storia del territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, al piano di selezione per la caccia al cinghiale. La gestione della specie cinghiale attraverso il prelievo selettivo avviene per ristabilire un equilibrio ambientale compromesso; è noto infatti che lo spostamento progressivo di questi animali che è avvenuto negli ultimi anni con l’abbandono delle zone pedemontane a causa della sempre maggiore scarsità di risorse alimentari, alla presenza di parchi e aree inibite alla caccia e alla ormai abbondante presenza del lupo, hanno fatto riscontrare una colonizzazione di nuovi areali sempre più prossimi alla fascia sub urbana o periferica, aree anche piuttosto antropizzate non vocate alla caccia in braccata, dove storicamente il cinghiale non era mai stato presente e la cui densità di popolazione raggiunge livelli non più tollerabili.
Va riconosciuto inoltre che il selecontrollo è uno strumento indispensabile per contrastare e prevenire gli ingenti danni cagionati alle colture agricole e venire così incontro alle esigenze degli agricoltori i quali ormai si trovano sempre più vessati dai continui danni e pertanto chiedono l’attuazione di questo strumento gestionale auspicando si consolidi quale strumento strutturale nella gestione del cinghiale e degli ungulati.
Ci si avvale perciò di personale appositamente formato, appunto il selecontrollore, che svolge quello che potrebbe essere definito un servizio di pubblica utilità, che purtroppo mo viene frainteso come il privilegio di poter andare a caccia in anticipo. Dall’attuazione pratica del selecontrollo si occupa il coordinatore, il quale programma e coordina questa attività con l’obiettivo di agire in maniera circostanziata e incisiva per assicurarsi che il raggiungimento degli obiettivi prefissati avvenga al massimo della sicurezza della trasparenza e nel pieno e assoluto rispetto delle regole (Veritasnews24).