Manca ormai pochissimo alla pre-apertura della caccia in Toscana e la Confederazione Cacciatori Toscani ha voluto ricordare le principali regole da seguire per svolgere l’attività in sicurezza e senza problemi. Le due giornate del 1° e 2 settembre 2018 saranno dedicate al prelievo di tortore, colombacci, merli e acquatici, senza dimenticare storni e corvidi. La prima raccomandazione della CCT riguarda il rispetto delle coltivazioni agricole presenti, oltre al rispetto delle distanze dagli altri appostamenti di caccia, sia fissi che temporanei (80 tra appostamenti temporanei, 100 tra temporaneo e fisso e 200 tra temporaneo e fisso) palmipedi e trampolieri).
Tra l’altro, è vietato cacciare a distanza inferiore a 100 metri da macchine operatrici agricole in funzione; i metri sono 150 per quel che riguarda immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o posto di lavoro. Il capo appena recuperato, andrà immediatamente annotato sul tesserino venatorio regionale. Su questo aspetto molto dibattuto nei mesi scorsi, la Regione Toscana ha più volte chiarito che per accertamento del capo abbattuto viene inteso il momento della effettiva raccolta e recupero. Al termine dell’esercizio venatorio, l’appostamento temporaneo andrà immediatamente rimosso.
Bisogna aver cura di raccogliere i bossoli di cartucce sparate, non solo per rispettare la legge, ma soprattutto per riguardo e cura del nostro territorio e per dare un immagine civile e rispettosa del cacciatore. L’uso dei richiami per lo storno appartenenti alla specie non è previsto. Ci sarà l’uso dei richiami vivi per colombacci, piccioni domestici, anatidi e merli. I limiti di carniere sono i seguenti: 5 capi per il colombaccio, 4 capi di merlo, 4 capi per i palmipedi e 10 capi della specie tortora selvatica. Per lo storno in deroga sono previsti 20 capi giornalieri.