Una vicenda delicata. Che vede il giudice della sezione Quinta del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania dare ragione ad un cittadino di Teano e a condannare la Questura di Caserta. Il Questore infatti aveva rigettato l’istanza del cittadino per il rilascio del porto di fucile per uso sportivo ma il giudice gli ha dato torto per una serie di motivazioni che faranno giurisprudenza. In pratica la Questura di Caserta con un atto del 2014 nega al ricorrente il rilascio della licenza di porto d’armi per uso sportivo.
Con questa motivazione (in breve) dopo le segnalazioni dei carabinieri di Teano, di Piedimonte Matese e Napoli: “C’è l’insussistenza dei requisiti di buona condotta ed affidabilità imprescindibilmente richiesti dalla vigente normativa in materia di armi poiché il richiedente, in quanto assuntore di sostanze stupefacenti, potrebbe, sotto l’effetto di droghe, abusare delle armi eventualmente acquisite e presenti nell’abitazione”. Solo che ci sono delle cose che la Questura non ha preso in considerazione. E qui casca l’asino.
Tanto è vero che poi il ricorrente vince il ricorso al Tar. Per il giudice infatti “il ricorrente a seguito dell’ammonimento dalla Prefettura di Caserta a non fare più uso di sostanze stupefacenti, si sottopose spontaneamente al programma terapeutico e socio-riabilitativo presso l’Asl di Caserta – Dipartimento dipendenze, Unità Operativa – Sert di Teano e che, all’esito della terapia, la struttura sanitaria certificò che l’interessato “dopo un congruo periodo di osservazione, con controlli tossicologici e colloqui, ha concluso con esito positivo tale procedura, ricavandone un’esperienza utile dal punto di vista terapeutico sia dal punto di vista socio-riabilitativo”.
Di questa cosa però “non vi è traccia nel provvedimento impugnato, atteso che non risulta valutato l’esito positivo del programma terapeutico e socio-riabilitativo” essendosi la Questura di Caserta “limitata a contestare i due episodi accaduti nel 2011 e a rilevare la mancata esibizione dell’ulteriore certificazione sanitaria che l’interessato si era riservato di produrre”. Per il giudice alla Questura “è mancata un’approfondita valutazione della complessiva condotta tenuta dall’interessato successivamente agli episodi segnalati, sia sotto il profilo lavorativo sia in generale nei rapporti sociali e interpersonali, idonea a sorreggere nell’attualità il giudizio prognostico di non affidabilità in merito al buon uso delle armi” (Casertanews).