La Prima Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria si è espresso sul ricorso di un uomo a cui era stato revocato il porto d’armi. La persona ha chiesto espressamente il risarcimento danni per il periodo compreso tra l’ottobre del 2005 e il luglio del 2009, proprio a causa di questo diniego. Che cosa è successo esattamente? Il ricorrente è una guardia guirata, ma la Prefettura aveva deciso di non rinnovargli la licenza a causa dell’assenza di affidabilità per la frequentazione di soggetti controindicati.
L’uomo si è quindi rivolto ai giudici del TAR, lamentando il travisamento dei fatti e l’ingiustizia manifesta. Le valutazioni della Prefettura sono state definite sbrigative e superficiali, quindi insufficienti per il riscontro della verità. Il ricorso è stato accolto e il Ministero dell’Interno è stato condannato a risarcire il danno subito da questa persona, nel frattempo assunta nuovamente come guardia particolare giurata.
Il dicastero dovrà versare quasi 52mila euro, oltre agli interessi legali che dovranno essere calcolati a partire dalla data di deposito della sentenza fino al pagamento effettivo. Le spese di giudizio e competenze dovranno ugualmente essere saldate dall’amministrazione. Il precedente è senza dubbio importante e non si potrà non tenerne conto nella valutazione di vicende simili.