La Caccia Raccontata a “Porta a Porta”, siamo alle solite..
Ministri dell’ Ambiente che vanno a caccia? Sarebbe come pretendere che chi fabbrica casse da morto faccia le ore piccole per inventare la pillola dell’ immortalità. Bene invece se, nel rispetto delle leggi alle quali ha giurato fedeltà, il ministro di turno lavorasse per farle applicare. Qualcuno, in fondo ed anche in tempi recenti, lo ha fatto. Mica capita tutti i giorni che il ministro della difesa provenga dalla carriera militare e quello della gioventù compia i diciott’ anni quindici giorni prima di essere nominato! Ma un ministro è un ministro.
E resta un ministro. Punto e basta. E quando dichiara in pubblico di essere personalmente contro una delle materie alle quali deve dedicare la propria attenzione istituzionale, vuol dire che prima o poi dovrà fare i conti con tutti i cittadini, compresi i cacciatori.
Piuttosto, a me sa che con questa storia dell’ allungamento della stagione venatica (più auspicata che reale, stando alle affermazioni accomodanti intercorse fra il ministro Prestigiacomo e il valoroso on. Orsi sul finire della trasmissione), gli Uomini dei Boschi -sta volta- ci rimettano anche le ossa della polenta!
Perché se questa è una ‘modifica’ (e modifica è) della 157/92, i XII Comandamenti (proposta di modifica della L. 157/92 firmata dal sottoscritto) che io auspico da oltre dieci anni, per una o due legislature me li posso pure dimenticare!
Gli ‘arresti domiciliari’ dei cinque anni partoriti dall’ ‘opzione di caccia’ rimarranno? E rimarranno pure i versamenti e le domande col cappello in mano per poter andare a caccia nel NOSTRO territorio nazionale? Non ad Andorra o in Paupasia, badate bene!, ma a casa di un amico d’ avventura che -fatalmente- abita ‘di là’ dal confine tracciato dal ‘nostro’ Ambito! E le strampalate normative inerenti il ’silenzio venatorio’ del martedì e del venerdì, le ‘teleprenotazioni’, il disinteresse cronico di farci entrare nei comitati di gestione dei Parchi e all’ interno di un ministero che, checché ne dicano i benpensanti dell’ ambientalismo da scrivania, è anche il nostro, quello dell’ Ambiente, che fine faranno? Ce le terremo ancora sul gobbo? Amen.
Rivoluzione copernikiana? Pare proprio di sì. Ancora una volta -se mai ce ne fosse bisogno- cambieremo ‘tutto’, per non cambiare….nulla! Anzi: peggio! Se passa ciò che un Ministro della Repubblica contrario al nostro mondo, sia pur personalmente, ma dichiaratamente, vuole e insiste per tutta la durata della trasmissione, e cioè la paroletta ‘vincolante’ sul parere di un istituto che prima si faceva chiamare I.N.F.S. e adesso I.S.P.R.A., beh, allora cari amici, vuol proprio dire che la buccia di banana che ci hanno buttato nel bel mezzo della porta di Rai1 assolverà in pieno al suo compito. Se ancora non lo avete fatto, documentatevi sui nominativi di coloro che dirigono la baracca di via Curtatone n° 7 a Roma, sede dell’ I.S.P.R.A.: il resto lo potrà fare la vostra immaginazione!
La domanda allora è questa: può un istituto, con tutto il rispetto dovuto a coloro che -a libro paga dello Stato- vi operano in nome della scienza e della tecnica ambientale, cambiare le regole del gioco dettate da una legge votata da entrambi i rami del Parlamento? Se passa la ‘paroletta’ voluta dal ministro, pare proprio di sì. A differenza di ciò che recita a tutt’ oggi la vecchia e bistrattata 157 del 1992 che prima dava all’ ex Istituto della Fauna Selvatica la facoltà di esprimere un parere che, pur se obbligatorio, non avrebbe stravolto in alcun modo ciò che le regioni potevano e dovevano applicare in materia, perché non vincolante, adesso accadrebbe l’ esatto contrario.
‘L’ ho detto mi!’ Tuoneranno da via Curtatone. Ma dove finisce la verità scientifica? O meglio: dove comincia quella politica? Ma la legge è legge e non resta altro che rispettarla. Per tutti. Regioni comprese.
E allora?
Non ci resta che Roma, amici, il 9 marzo.
Sergio Gunnella
— COME RICEVUTO PUBBLICATO —