IL CASO. La Confavi di Berlato (Pdl) manifesta a Venezia contro l’assessore regionale leghista – Il Consiglio cerca la mediazione sulla caccia in deroga ma in serata è mancatoi il numero legale e l’approvazione è saltata.
VENEZIA: Cacciatori contro. Ma per capirne qualcosa oramai bisogna essere esperti di sudoku. Perché sulla questione della caccia in deroga in discussione al Consiglio regionale non c’è solo l’ennesima spaccatura interna alla maggioranza, con Lega-assessore regionale (e l’appoggio del sindaco di Verona Tosi, presidente di Federcaccia Veneto) da una parte che cerca un accordo e Pdl-associazioni venatorie (Confavi in primis) dall’altra che vogliono la legge subito.
Ma ora l’altra associazione Anuu-Migratoristi che ieri ha partecipato alla rumorosa manifestazione di protesta davanti alla sede del Consiglio con la Confavi si dissocia dalla stessa Confavi: «Gli accordi con loro erano diversi – dicono in una nota -. Non condividiamo l’attacco all’assessore regionale».
In discussione al Consiglio regionale (dopo l’interruzione del 5 agosto) la proposta di poter cacciare, a partire dalla terza domenica di settembre, anche storni, fringuelli, prispolone, pispola, frosone e peppole, specie volatili protette.
Le posizioni di maggioranza ed opposizione si sono subito dimostrate ancora lontane. L’assessore alla caccia, Daniele Stival (Lega), ha ribadito che se la minoranza ritiene il provvedimento non idoneo lasci la maggioranza «sbagliare e votare questa legge», perchè «è un diritto-dovere delle Regioni fare forzature e noi abbiamo il diritto-dovere di governare».
La capogruppo del Pd, Laura Puppato, ha ribadito la contrarietà del suo partito a un provvedimento legislativo «manifestamente illegittimo e rischiosissimo dal punto di vista economico», perchè passibile di sanzioni da parte dell’Unione Europea. Concetto sostenuto anche da altri esponenti della minoranza. Antonino Pipitone (Idv) ha inoltre rilevato che la norma, trattandosi di provvedimento in deroga, deve essere approvata dalla Giunta e non dal Consiglio.
In serata, quando sembrava che fosse stato raggiunto un accordo tra maggioranza ed opposizione sulla caccia in deroga, la mancanza del numero legale ha costretto il presidente Ruffato, a rinviare la seduta a data da destinarsi.
La maggioranza aveva accolto la richiesta dell’opposizione di ridurre da sei a quattro le specie cacciabili, ma non quella di obbligare i cacciatori a segnare sul cartellino il capo subito dopo l’abbattimento, riservando questa soluzione solo per quelli da postazione fissa. Le specie «graziate» erano prispolone e frosone, mentre restavano cacciabili storni, fringuelli, prispole e peppole.
Ora dovrà essere quindi la Giunta a intervenire per consentire ai cacciatori di poter sparare, tra 10 giorni, anche ad alcune delle specie volatili migratorie protette dalla legislazione europea.
Fonte: Il Giornale di Vicenza