Il nodo principale resta la definizione di zona umida, troppo ampia, poco chiara e di difficile percezione, che andrebbe a creare non pochi problemi agli operatori, così come aveva già evidenziato alla CE la stessa agenzia ECHA nel 2017. In discussione anche il disposto che prevede l’applicazione di sanzioni ai cacciatori per il solo possesso di munizioni in piombo nelle aree di divieto “l’eventuale violazione dovrebbe riferirsi al solo uso e non a un’ipotesi di utilizzo della munizione vietata, gli Stati europei hanno bisogno di ricevere disposizioni chiare, che possano essere correttamente applicate anzichè interpretate” conclude Dreosto, che coglie l’occasione di ringraziare tutti i tecnici che hanno contribuito e la FACE, appellandosi al buon senso dei colleghi deputati, al fine di rigettare la proposta della CE.
Un’alternanza tra giornate di passaggio intenso e scarso movimento Si è conclusa nei giorni scorsi la seconda edizione del progetto di monitoraggio dei rapaci sulle rupi del Lago di Porta, nel Comune di Montignoso. L’iniziativa, promossa da ARCI Caccia, Fondazione...
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