Parte da Rossiglione un pressante appello a fare presto per individuare soluzione per l’emergenza determinata dalla peste suina tra basso Piemonte e entroterra ligure. La ribalta è arrivata dalla manifestazione organizzata a Rossiglione dalla Confederazione Italiana Agricoltori. Tanti gli operatori del settore a sfilare con i loro trattori sulla via principale del paese. Il confronto tra i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni è andato in scena all’interno del teatro davanti a una nutrita rappresentanza dei sindaci dei comuni inseriti nella zona rossa e quindi soggetti alle limitazioni più dure.
«Abbiamo accolto con favore il recente decreto – ha attaccato Dino Scanavino, presidente nazionale di CIA – Ma i provvedimenti contenuti non sono sufficienti. E’ necessario passare subito alla fase degli abbattimenti. Chi conosce quest’area sa bene che non è ipotizzabile cintare. Ma chi deve decidere sappia che la misura è colma». «Questi territori – è intervenuto l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Marco Protopapa – non meritano questa staticità. Se la recinzione è la condizione necessaria, bisogna iniziare a pensare di farle bene. Una volta fatto questo si passerà a una fase diversa in cui sarà ipotizzabile anche abbassare i limiti. La Regione sta preparando in piani di abbattimento.
Ma serve essere collaborativi». «Il problema della sovrappopolazione di cinghiali non è di oggi – ha aggiunto Luigi Icardi, assessore alla Sanità del Piemonte – Bisognava intervenire prima, oggi ce lo ritroviamo sotto forma di emergenza. Necessario un piano di depopolamento. Per il Piemonte si parla di almeno 50 mila esemplari. Presto di sarà l’ordinanza». «Questi territori – è intervenuta Katia Piccardo, sindaco di Rossiglione – non vogliono vivere di mance. Ci sono aziende che vogliono lavorare. L’attuale condizione va a colpire un territorio che negli ultimi anni si è molto battuto e ha ottenuto il riconoscimento dell’Unesco».
«Siamo in un’emergenza – ha ricordato l’onorevole Federico Fornaro, membro della Commissione Agricoltura alla Camera – i provvedimenti devono essere adeguati. Per ora sono stati stanziati 50 milioni di euro ma per ora non sono stati presi in considerazioni settori della ristorazione e dell’outdoor molto colpiti. Il territorio deve fare massa critica e muoversi a livello sovraregionale com’è già accaduto con il post alluvione e lo stato di emergenza» (Il Piccolo).