La riunione della commissione regionale
Ieri pomeriggio in modalità videoconferenza, è tornata a riunirsi la Commissione regionale dei rappresentanti ATC Toscani allargata alla partecipazione dei dirigenti regionali e provinciali di Federcaccia Toscana – Unione Cacciatori Toscani. Continua l’impegno della nostra associazione per affrontare al meglio i problemi legati alla gestione faunistica, con lo sguardo alle opportunità che la nuova politica Comunitaria, metterà in campo con la PAC 2023/27 e con il Piano Strategico Nazionale (PSN). La convinzione di fondo, maturata da tempo, è quella di attivare un lavoro sinergico con la Regione Toscana e gli ATC, per cogliere anche sotto il profilo faunistico, le ingenti risorse messe in campo dall’Europa e destinate all’ambiente e alla biodiversità. Il dott. Michele Bottazzo dell’ Ufficio Studi e Ricerche faunistiche Agroambientali di Federcaccia Nazionale, ha illustrato una interessante relazione che ha messo in luce i punti centrali che dovranno essere portati avanti nel confronto con la Regione Toscana e con il contributo fondamentale degli ATC.
Un unico documento nazionale
Per l’Italia il PSN avrà un valore complessivo di 36,7 miliardi di euro e interesserà l’intero settore agricolo, forestale, agroalimentare e rurale a livello nazionale fino al 2027. Altra novità di questa edizione è data dal fatto che non ci saranno più i 21 Piani di Sviluppo Rurale, distinti per ogni Regione e Provincia Autonoma, come nelle scorse PAC, ma un unico documento nazionale che al suo interno conterrà le diverse applicazioni locali denominate Complemento Strategico Regionale (CSR). Ogni Regione e Provincia Autonoma potrà utilizzare infatti solo una parte delle intere e complesse misure descritte nel documento nazionale del PSN e quindi selezionate in base alle caratteristiche e esigenze locali. L’intero Piano Strategico Nazionale per la PAC 2023-2027 sarà così composto da una complessa serie di azioni, misure ed interventi che tutte insieme confluiscono nello scopo del raggiungimento di 9 obiettivi chiave determinati a priori a livello europeo.
Miglioramento della qualità ambientale
Tra questi obiettivi un terzo sono di chiaro indirizzo ambientale e sono l’obiettivo n. 5 “Contrasto al cambiamento climatico”; l’obiettivo n. 6 “Tutela dell’ambiente” e l’obiettivo n. 7 “Salvaguardia del paesaggio e della biodiversità”. Sono proprio gli interventi e le misure della nuova PAC che perseguono questi obiettivi ambientali che meritano una nostra attenzione, in quanto la loro corretta applicazione nel territorio inciderà favorevolmente nel miglioramento della qualità dell’ambiente agroforestale e quindi anche nell’incremento della fauna selvatica di interesse venatorio.cL’avvio della nuova programmazione non sarà comunque immediato in quanto sono in corso ora gli adeguamenti dei vari CSR regionali in base ai nuovi contenuti ed integrazioni emersi nel negoziato con la Commissione Europea. A questa fase seguirà una necessaria campagna informativa, finalizzata alla promozione delle opportunità e degli interventi di sostegno della nuova PAC, ed infine le aperture dei nuovi bandi che avverranno nei primi mesi del 2023. Su tutta questa partita un’attenzione particolare dovranno averla anche gli ATC e CA che potrebbero avere un ruolo di promotori nel territorio di tutte le misure ed interventi dei CSR regionali di interesse ambientale e faunistico a partire dalla tempestiva informazione sulle aperture e le modalità di partecipazione da parte degli agricoltori nel proprio ambito territoriale di competenze.
Il lavoro futuro
Non è da escludere inoltre che nei prossimi bandi dei CRS regionali ci possa essere anche uno spazio e delle possibilità di partecipazione diretta degli ATC e CA come aggreganti di domande dei piccoli agricoltori. “Il lavoro che ci attende è gigantesco” – ha affermato il Presidente Marco Salvadori – “ma il mondo venatorio ha il dovere di guardare avanti ed affrontare con puntualità e preparazione, le opportunità anche economiche, sulla quale rinsaldare un nuovo patto con gli agricoltori. L’ambiente quale bene primario e con esso la biodiversità, rappresenta un punto di saldatura avanzato su cui ricostruire, nell’interesse generale, una intesa nuova e vincente (fonte: FIDC).