Maggioranza risicata
Lo scorso 17 giugno è avvenuta l’approvazione del regolamento comunitario sul Ripristino della Natura, denominato anche Nature Restoration Law. Il suo via libera è stato in un certo senso una sorpresa, in quanto lo schieramento dei Paesi contrari sembrava compatto, ma per fortuna è stato messo in minoranza e quindi il regolamento è passato anche se con una maggioranza risicata. Venti Paesi su ventisette l’hanno approvato per una corrispondente popolazione comunitaria pari al 66,07% (soglia minima richiesta 65%). Si tratta di una normativa fondamentale per il recupero di tutti gli ambienti naturali, agrari, forestali e anche urbani e un’occasione unica per dare finalmente una svolta al ripristino anche degli habitat per la fauna selvatica di interesse venatorio.
Ripristino degli ecosistemi
Questa nuova legge, infatti, offre l’opportunità alla politica ambientale UE di allontanarsi dalla “protezione” rigorosa delle specie e delle aree protette e di indirizzarsi invece verso la conservazione degli habitat senza instaurare limitazioni a priori delle attività antropiche. Viene così stabilito che tutti gli habitat terrestri, marini e fluviali in cattive condizioni dovranno essere ripristinati con tempistiche che vanno dal recupero del 30% dei territori degradati per ogni stato entro il 2030, al 60% entro il 2040 fino al 90% entro il 2050. Il regolamento scende anche nel dettaglio e stabilisce i requisiti specifici necessari per il ripristino degli ecosistemi e quali gli indicatori da utilizzare per valutarne il risultato.
Piani Nazionali
Tra questi indicatori c’è anche la misurazione dell’aumento delle popolazioni selvatiche di uccelli, a conferma ulteriore degli effetti positivi che deve avere l’attuazione di questo regolamento negli habitat per la fauna selvatica. Il successo di questa normativa dipenderà soprattutto dalla attuazione da parte degli Stati membri di validi “Piani nazionali di ripristino”. La nota dolente su questo fronte è data dal fatto che l’Italia è stato uno dei pochi Paesi a votare contro l’approvazione della Nature Restoration Law. Ora però ci auguriamo di andare avanti positivamente e soprattutto di fare in modo che il piano di attuazione venga realizzato rapidamente e soprattutto in modo proattivo, con il giusto coinvolgimento di tutte le parti interessate.
Approccio corale
A tal riguardo il Ministro Pichetto Fratin ha già incaricato il proprio ministero MASE di redigere il primo Piano Nazionale di Ripristino della Natura, con validità fino al 2030 e con le indicazioni che dovrà avere un “approccio corale e multidisciplinare”. Federcaccia ha chiesto da subito che nei gruppi di lavoro del summenzionato piano ci siano anche i rappresentanti del mondo venatorio, quali gestori principali del territorio e protagonisti della conservazione e dei ripristini degli habitat naturali. Nei prossimi giorni sarà formalizzata questa richiesta al MASE, al MASAF e al Governo italiano (Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali Federcaccia).