In particolare, la densità delle specie che fanno parte della fauna selvatica non deve rappresentare un problema o un danno per le produzioni. Inoltre, queste popolazioni di animali devono essere controllate costantemente, magari allestendo dei piani di abbattimento selettivo, come previsto dalla legge. Per il consigliere regionale, invece, il piano non è riuscito a far andare d’accordo le associazioni di settore. I cacciatori non hanno affatto digerito la previsione dei già citati ATC, un dettaglio che “limita e vincola in modo rigido l’attività venatoria”.
La Sardegna rischia parecchio con un piano faunistico venatorio del genere, anche perché lo strumento non può essere al momento attuato sul territorio. Rubiu ha spiegato come gli Ambiti non siano la scelta giusta per l’isola, visto che la regione non è omogenea dal punto di vista territoriale e in questo modo non si potrebbero coordinare le varie sedi dislocate. Il documento presentato dal consigliere fa leva anche sul fatto che gli ATC non sono popolari e rappresentano una vera e propria stangata per i cacciatori, i quali sono costretti a pagare una quota oltre alla tassa già prevista.