A Modena è stato presentato il nuovo Piano Faunistico Venatorio della Regione Emilia Romagna e l’assessore regionale alla Caccia, Simona Caselli, ha parlato dell’obiettivo principale da raggiungere, cioè una maggiore compatibilità della fauna selvatica con l’attività dell’uomo. Il documento è in fase di discussione e verrà approvato nel 2018.
Tra le novità principali che sono state riassunte bisogna ricordare l’ampliamento delle zone di non conservazione per le specie impattanti (ungulati in primis), così da difendere anche le aree collinari. Il piano, inoltre, ha aggiornato la situazione relativa alla biodiversità, prendendo spunto dai vari piani provinciali. Tra le criticità maggiori figurano l’espansione di diverse specie, vale a dire il cinghiale, il capriolo e il fagiano, mentre lepri, starne e pernici rosse hanno fatto registrare un calo.
Tra l’altro, è emerso anche un trend preoccupante. Il numero di cacciatori emiliani è in diminuzione: in particolare, nel Modenese i tesserini venatori sono passati dagli oltre 5500 di sette anni fa agli attuali 4mila. In tutta la regione, poi, una piccola minoranza (appena il 4%) ha meno di 30 anni, mentre l’età prevalente (78%) è superiore ai 50 anni. Il ruolo del mondo venatorio viene sempre considerato fondamentale, ma questi numeri non possono non essere presi in considerazione.