Le decisioni della Regione Emilia Romagna
Nei giorni scorsi la Regione Emilia-Romagna ha emanato i due piani di controllo quinquennali attesi per il piccione (o colombo) e per i corvidi (gazza, cornacchia, corvo e ghiandaia). A renderlo noto è Confagricoltura Piacenza che evidenzia anche l’emanazione delle direttive provinciali per procedere all’attivazione delle azioni nelle aziende agricole. “L’aspetto più importante è la prevenzione. I piani servono per la difesa dalla fauna selvatica degli allevamenti e delle coltivazioni – spiega Giovanni Marchesi agronomo e consulente di Confagricoltura Piacenza -. Questi due piani vanno ad affiancarsi a quello di contenimento dei cinghiali e a quello delle nutrie. Viene così completato il quadro per la difesa dalle quattro specie selvatiche che costituiscono la maggior fonte di danno”. Gli ultimi due piani erano molto attesi, essendosi conclusa la programmazione quinquennale precedente.
Malattie in agguato
“Il piccione causa problemi agli allevamenti e alla salute in generale – spiega Marchesi – il guano dei piccioni veicola malattie come salmonellosi e influenza aviaria, diffonde pulci, pidocchi e zecche. È una specie che provoca gravi danni agli allevamenti per le malattie che porta, costituisce anche un grave problema per le strutture: nidificando nei sottotetti sposta le tegole e compromette il tetto, intasa le grondaie e danneggia le facciate dei palazzi e persino i monumenti finendo per essere un problema anche per le zone abitate e non per le sole aziende agricole. I piccioni sono però molto attratti dagli allevamenti dove ci sono gli stoccaggi del mais nei silos e nelle trincee dove arrivano numerosissimi per nutrirsi in abbondanza. I corvidi, invece, prediligono gli spazi aperti dei campi e si nutrono molto volentieri, dei germogli dei semi appena nati dopo la semina (mais, soia, girasole) oltreché d’insalata e verdure mentre in autunno si spostano in vigneti e frutteti. Dato che vivono in stormi sono in grado di provocare perdite di prodotto, e quindi danni economici, ingenti”.
Formazione e non solo
Responsabile delle azioni di prevenzione è la Polizia provinciale alla quale vanno inoltrate le domande per poter attivare le azioni di controllo. “Sono richieste semplici che i titolari delle aziende agricole devono effettuare almeno 48 ore prima di attuare azioni di controllo comunicando di aver già messo in campo misure di dissuasione e prevenzione e chiedendo il nulla osta a procedere con l’abbattimento. In domanda va già indicato chi effettuerà l’azione e come avverrà. L’intervento di controllo si può infatti effettuare con l’utilizzo di armi da fuoco oppure con l’uso di trappole”. Possono procedere agli abbattimenti i cacciatori con licenza di caccia, dotati di assicurazione e dopo aver frequentato un corso di formazione specifico. Può procedere in autonomia anche il proprietario o conduttore del fondo purché sia anch’egli munito di licenza di caccia, assicurazione ed abbia frequentato l’apposito corso. Si segnala in merito che proprio in questi giorni gli enti competenti stanno organizzando edizioni di queste attività formative. Infine, possono operare direttamente anche la Polizia provinciale e la Polizia locale (fonte: Confagricoltura Piacenza).