La Toscana è nuovamente protagonista delle principali cronache venatorie italiane. Come riferito da Il Tirreno, nelle ultime ore è stata lanciata una raccolta di firme che ha come obiettivo la chiusura della caccia in tutto il territorio dell’Area Naturale Protetta di Interesse Locale Baratti-Populonia del Promontorio di Piombino (provincia di Livorno). La petizione cerca di raggruppare le proteste degli ultimi anni del comitato volontario, in particolare i capanni da caccia e i contratti di affitto giunti ormai a scadenza.
Secondo i promotori, inoltre, l’Area Naturale di questa parte della regione dovrebbe essere interessata da azioni di conservazione e di ricostituzione delle caratteristiche ambientali originarie. L’iniziativa è partita quando la Green Park, società milanese che è proprietaria del Promontorio di Piombino, ha assegnato a dei soggetti privati la concessione di nuovi appostamenti fissi oltre a quelli già istituti in relazione al prelievo venatorio di minuta selvaggina oppure con i richiami vivi per la caccia ai colombacci.
Per ogni appostamento sono stati chiesti mille euro. Il comitato ha ricordato come nell’area la caccia sia in deroga, in quanto non concessa normalmente in questo tipo di territorio. La firma serve ad annullare la legge in deroga e l’accesso con i mezzi motorizzati, in modo da smantellare i capanni e rimuovere ferro, plastica e legname. L’Assessorato alla Caccia non è stato informato della petizione: tra l’altro, bisogna fare chiarezza su altri aspetti della questione e c’è chi è pronto a scommettere che la raccolta firme si trasformerà in un boomerang.