Purtroppo la notizia che non avremmo mai voluto sentire è arrivata. In Italia, in particolare in Piemonte, è stato riscontrato il primo caso di peste suina africana, fatto escluso la Sardegna in cui è endemica da tempo e dove si sta tentando di eradicarla. Ma cosa significa? Che cos’è la peste suina africana? È un virus che colpisce sia i suini d’allevamento sia i cinghiali. È una malattia che porta alla morte il 90% dei soggetti colpiti, ha una alta morbilità (cioè una alta presenza all’interno di una popolazione) e si diffonde molto rapidamente. Non è pericolosa per l’essere umano e non colpisce altre specie. Ora non voglio dilungarmi sulla tipologia di virus o sui sintomi, ma voglio porre l’attenzione sui risvolti e sulle conseguenze che questa malattia può causare.
L’Italia si trova in un momento di grave difficoltà, questa epidemia potrà incidere negativamente in maniera significativa sul settore agro alimentare in particolare per tutto ciò che è legato alla lavorazione della carne di maiale. Siamo, ad esempio, i più grandi produttori ed esportatori di prosciutti in tutto il mondo e se, come probabile, dovessero bloccare le esportazioni vi lascio immaginare quali saranno le conseguenze per tutti i lavoratori del settore. E questo è solo un esempio, in quanto la filiera è costituita da innumerevoli attività che da soli potete immaginare.
Quindi cari amici cacciatori, e lo dico con una stretta al cuore, cerchiamo di guardare al di là del problema del mondo venatorio, al di là del caccia chiusa caccia aperta, al di là del nostro sano egoismo di appassionati; certo, ha la sua importanza anch’esso sia da un punto di vista sportivo che economico, ma esaminiamo il problema a 360 gradi. Quali saranno le conseguenze per la nostra economia? Quanti posti di lavoro salteranno? Al momento le Istituzioni stanno eseguendo le prime manovre di emergenza, nei prossimi giorni verrà meglio delineata la situazione, che è in continua evoluzione. Noi dobbiamo essere dalla loro parte, dobbiamo rispettare le regole perché rispettandole oggi forse avremo la possibilità di tornare a caccia domani.
È fondamentale in questa prima fase non muoversi per nessuna ragione nei territori dichiarati infetti e anche in quelli limitrofi. È importante non muovere la fauna. I selvatici devono rimanere il più possibile nelle loro zone. Non vanno disturbati. Non devono portare in giro il virus. Da domani probabilmente verranno chiuse TUTTE le attività nei boschi, dalla caccia all’escursionismo nelle zone dichiarate infette. Rispettiamo queste regole che sono fondamentali al fine di consentire la mappatura dei casi nel territorio e a non favorire lo spostamento di animali infetti o anche solo veicoli di trasmissione. Nessun allarmismo.
Solo una presa di coscienza di una situazione che può avere gravi conseguenze per il nostro Paese. Non siamo egoisti, non cerchiamo degli escamotage per andare a caccia, pensiamo al futuro. Nei prossimi giorni ci saranno le comunicazioni degli organi competenti, staremo a vedere cosa ci diranno. Vi prego di non leggere in questa epidemia fantasiose tesi di complotti animalisti o stupidaggini del genere. La PSA è una triste realtà già nota da tempo nei Paesi dell’Est e ultimamente anche in Francia e Germania. Lasciamo lavorare chi ha gli strumenti e vediamo l’evolversi della situazione. Dunque poche regole ma ferree:
Il ritrovamento di qualsiasi carcassa di animale trovato morto deve essere comunicato al servizio veterinario locale
No passeggiate nei boschi
No caccia di qualsiasi tipo
No lavoro con i cani in zone a rischio
No gite in macchina nei boschi
Evitare qualsiasi attività nelle zone infette e nelle zone limitrofe a rischio.
Attuate inoltre le norme di prevenzione che trovate in diversi opuscoli che circolano in rete in questi giorni, anche nelle zone non direttamente coinvolte.
Sperando di aver fatto cosa utile ed augurandomi che si riesca a limitare questa epidemia il più possibile, Vi ringrazio per l’attenzione (Daniela Pastorino – Medico veterinario Referente Coordinamento cacciatrici Federcaccia per il Piemonte e la Valle d’Aosta).