La situazione dopo il 2022
Riportiamo di seguito il comunicato di Alessio Abbinante, presidente dell’ANNUMigratoristi del Piemonte: “Negli ultimi tre anni abbiamo attraversato un percorso ricco di sfide. Dopo la prima fase di sospensione totale della caccia nella provincia di Alessandria, a partire da gennaio 2022 siamo finalmente giunti a una strategia articolata: nella Zona 2 si era optato per il contenimento dei cinghiali anche tramite battute di girata, mentre nella Zona 1 era stata consentita la caccia diretta ai cinghiali. Inoltre, per aumentare ulteriormente la protezione, avevamo allo studio una zona franca attorno a queste due aree”.
La nuova ordinanza
“Avevo dedicato l’intero mese di agosto a questo progetto, anche grazie all’estensione a quattro mesi della stagione di caccia al cinghiale introdotta dal legislatore. Colpo di scena, nuova ordinanza e cambia tutto:
– Nella Zona 1 niente caccia al cinghiale (salvo deroghe) e contenimento con un cane
– Nella Zona 2 dubbi interpretativi e nuovi moduli (che non mancano mai)
– Una nuova Zona CEV dove, a oggi, è tutto fermo.
La Regione Piemonte, con l’assessore alla Caccia Paolo Bongioanni – che ringraziamo – si è immediatamente attivata per ottenere le deroghe in Zona 1, ricevendo una risposta negativa. Nel frattempo, in addestramento, un bel branchetto di una decina di cinghiali scorrazzava liberamente a poche decine di metri da un allevamento di suini nell’Alessandrino. Episodio immediatamente segnalato dal sottoscritto”.
Rischi senza caccia
“Nel frattempo, casi di PSA compaiono in allevamenti distanti decine di km dalle zone infette. Nel frattempo, in una sola stagione riproduttiva senza caccia e contenimento, il numero dei cinghiali aumenterà esponenzialmente, rischiando di compromettere tutti gli sforzi compiuti fino a oggi. Orbene, salvo ipotizzare una nuova specie – ovvero il cinghiale volante – forse è il caso di prendere in esame altre ricostruzioni sulla diffusione del virus in tali allevamenti. La colpa non è della caccia né del contenimento. Di fronte a questa incertezza che metterà in ginocchio non solo il mondo venatorio ma l’intero comparto primario, è giunta l’ora di una protesta dell’intero mondo rurale”.