Un modello da seguire
La presidente Todde:” È un esempio straordinario di cosa i sardi possono realizzare quando riuniscono le loro forze”. L’assessore dell’agricoltura Gian Franco Satta, “Oggi lo possiamo dire a chiare lettere, la peste suina africana in Sardegna è stata sconfitta”. L’assessore dell’igiene e sanità Armando Bartolazzi, “La Sardegna è un modello da seguire da parte di regioni, come la Lombardia, oggi in grande difficoltà” Con il supporto unanime degli Stati Membri della UE durante la riunione del Comitato PAFF (Piante, Animali, Alimenti e Mangimi) tenutasi a Bruxelles, la Commissione Europea ha deciso oggi di abrogare le ultime misure restrittive ancora in vigore in Sardegna a causa della Peste suina africana, una devastante malattia dei suini che per oltre quarant’anni ha martoriato la Sardegna e che da qualche tempo sta causando grandissimi problemi in numerose regioni italiane, in Europa e in molte altre aree del mondo.
Un eccellente lavoro
La notizia è stata accolta con grande soddisfazione in Sardegna. La presidente Alessandra Todde ha dichiarato: “Quella arrivata oggi da Bruxelles è un’ottima notizia, la Commissione Europea ha finalmente riconosciuto che la Sardegna ha fatto un eccellente lavoro e sconfitto una terribile malattia degli animali che ha lungamente martoriato la nostra isola, con un impatto economico e sociale devastante, soprattutto per le popolazioni delle nostre zone interne. Siamo riusciti in un’impresa che dieci anni fa in molti consideravano impossibile da realizzare. È un ottimo esempio dei risultati che i sardi possono ottenere quando riuniscono le loro forze attorno ad un obiettivo condiviso”. “Gli allevatori sardi e tutti gli attori coinvolti nel programma di eradicazione hanno dato prova della caparbietà che è intrinseca nel nostro carattere. Sono stati anni di duri sacrifici per tutti ma alla fine il risultato è arrivato e i nostri sforzi sono stati premiati con la certificazione della Commissione Europea che durante la riunione del Comitato PAFF riunitosi oggi a Bruxelles ha deciso di abrogare le ultime misure restrittive ancora in vigore nella nostra Isola. Questo importante risultato – spiega Gian Franco Satta, l’assessore dell’agricoltura e riforma agro-pastorale – ci riempie di orgoglio, ma allo stesso tempo di grande responsabilità perché proprio ora che siamo arrivati a questo traguardo non occorre abbassare la guardia ma perseverare nelle azioni necessarie ad evitare che la malattia possa ripresentarsi, soprattutto nello scenario nazionale ed internazionale che vede altre regioni d’Europa in grande difficoltà”.
Una strategia ben disegnata
“La Peste suina africana sta imperversando in mezza Italia. La Sardegna è un modello da seguire – afferma l’assessore dell’Igiene e sanità Armando Bartolazzi – in particolare da quelle regioni, come la Lombardia, che oggi si trovano in grande difficoltà. Anche nell’isola la malattia sembrava impossibile da sconfiggere, ma grazie ad una strategia ben disegnata, basata sulla scienza e ad un modello organizzativo straordinariamente efficace si è ottenuto un risultato che non troppi anni fa molti ritenevano irraggiungibile. Ma non dobbiamo abbassare la guardia, la PSA potrebbe arrivare nuovamente e colpire duramente”. Arrivato in Sardegna nel 1978, il virus della peste suina africana – la più terribile malattia contagiosa dei suini, domestici e selvatici – ha circolato nell’isola per oltre quarant’anni, fino al 2019.
Risultato storico
E’ stata fondamentale la collaborazione degli allevatori, delle associazioni, dei cacciatori, dei sindaci e delle comunità locali nonché delle Prefetture, Questure, NAS e in generale forze dell’ordine. “Un risultato storico per il quale è doveroso ringraziare tutti coloro che a vario titolo vi hanno contribuito. Ora non bisogna abbassare la guardia perché il rischio di nuova introduzione dall’Italia dove il virus sta circolando in modo preoccupante non è trascurabile sia con la sorveglianza sia con i controlli nei porti. Abbiamo chiesto al Commissario Nazionale di attivare controlli in partenza così come ha fatto la Sardegna per tanti anni per mitigare questo rischio”, concludono congiuntamente Todde, Bartolazzi e Satta (fonte: Regione Sardegna).