Depopolamento del cinghiale
Il 30 dicembre, il Presidente di Arci Caccia Marche e Responsabile del Comitato Scientifico Arci Caccia “Laura Conti – Carlo Fermariello” Gabriele Sperandio, ha incontrato il Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche e Commissario straordinario per la PSA Prof. Vincenzo Caputo. Il confronto ha evidenziato l’importanza strategica del mondo venatorio che deve, sempre più e irreversibilmente, assumere competenze tecnico-scientifiche anche nel contrasto alla diffusione della PSA. Il Commissario Prof. Caputo, infatti, ha riferito che “il Piano Nazionale ha fissato, quale obbiettivo numerico assegnato alle Regioni, il 74% di depopolamento di Cinghiale per sforzo venatorio, quindi, è centrale e indispensabile il ruolo del cacciatore nel perseguire tale obiettivo”.
Salvaguardia della biodiversità
In riferimento alla figura di Bioregolatore il Commissario ha aggiunto “i cacciatori hanno tutte le carte in regola per essere abilmente addestrati e formati specificatamente per essere Bioregolatori, una nuova modalità di approccio alla salvaguardia della biodiversità tramite il controllo delle specie che possono, a vario titolo, divenire problematiche”. Il Presidente Sperandio, ribadendo la corretta disponibilità dell’Associazione regionale e del Comitato Scientifico nel continuare a promuovere e veicolare le informazioni con trasparenza e continuità ai propri associati, vuole essere protagonista della rete di risorse umane qualificate e preparate, indispensabile per rendere efficace il Piano di contrasto alla diffusione della PSA e ha chiesto al Prof. Caputo di essere aggiornato di eventuali ulteriori novità.
Aree restrittive alla caccia
Il Commissario, ringraziando per la collaborazione dei cacciatori e dell’associazionismo venatorio, ha concluso: “è mio intendimento porre grande attenzione, nei prossimi mesi, alle aree restrittive alla caccia e, attraverso l’individuazione del cacciatore quale incaricato di pubblico servizio, risolvere gli squilibri faunistici laddove serva. Inoltre, è allo studio, la possibilità di finanziare gli AA.TT.CC. per operare, per il tramite di propri bioregolatori, negli spazi dove, per ragioni di biosicurezza, non è prevista la presenza del cinghiale, come ad esempio nei distretti suinicoli” (fonte: Arci Caccia).