Quasi un milione di capi
A fronte di una gestione sinora fallimentare della peste dei cinghiali, è urgente un cambio di passo per tutelare la redditività e l’attività delle imprese suinicole cuneesi e piemontesi. È quanto ha chiesto la Consulta suinicola regionale della Coldiretti che, in videoconferenza, ha incontrato il Sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, il Commissario straordinario alla Peste Suina africana (PSA), Vincenzo Caputo, e l’Assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi. La situazione – rileva Coldiretti Cuneo – resta preoccupante con i casi di peste dei cinghiali che continuano ad aumentare mettendo a rischio l’intero comparto e la filiera suinicola che in Provincia di Cuneo conta 800 aziende e quasi 900.000 capi destinati soprattutto ai circuiti tutelati delle principali DOP italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come Prosciutto di Parma e San Daniele.
Fauna selvatica
“Come ha sottolineato la nostra Consulta suinicola regionale, alla luce di questo scenario è fondamentale che venga modificata l’attuale normativa al fine di gestire in modo separato le procedure riguardanti la fauna selvatica da quelle che riguardano gli allevamenti suinicoli. Se l’allevamento ha rispettato tutte le regole di biosicurezza, è doveroso consentire la sua piena attività per tutelare il reddito aziendale” sostiene il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.
Depopolamento dei cinghiali
“Continuiamo a rilevare – aggiunge il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – che le misure adottate fino ad ora sono state insoddisfacenti. È necessario incrementare il depopolamento dei cinghiali, soprattutto nelle aree dove si sono rilevati gli ultimi casi di PSA”. Durante l’incontro l’Assessore Icardi ha evidenziato tutte le azioni poste in essere dalla Sanità regionale, sia per il contenimento della fauna sia per seguire le imprese attraverso i servizi veterinari territoriali nell’adeguamento alle norme di biosicurezza. La Consulta suinicola di Coldiretti Piemonte ha evidenziato l’urgenza di azioni ulteriori e concrete per garantire la continuità imprenditoriale del comparto suinicolo (fonte: Coldiretti).