La peste suina africana ha scatenato un dibattito dopo l’altro in queste ultime settimane in Europa. I cinghiali malati che sono stati rinvenuti in Belgio hanno aumentato ulteriormente l’allarme e ora la Regione Veneto ha deciso di correre ai ripari. Come sottolineato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, in questo territorio non ci sono state segnalazioni, ma servono ugualmente misure di precauzione e una maggiore vigilanza venatoria.
Ecco perchè è stato chiesto ai cacciatori di comportarsi da vere e proprie sentinelle, così da segnalare all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ogni cinghiale selvatico sospetto. Come ha ricordato Pan, inoltre: “Nell’intero territorio regionale è attivo dal 2017 il Piano regionale triennale di controllo del cinghiale, sulla base di un parere positivo dell’ISPRA ossia dell’istituto faunistico di livello nazionale. Il piano si realizza tramite la vigilanza volontaria e l’ausilio di operatori volontari, formati, abilitati, autorizzati e coordinati dalla stessa vigilanza e opera anche, con le opportune cautele, anche nelle aree sensibili come il Parco dei Colli Euganei, dove il suide, prima ancora di essere causa di danni ingenti all’agricoltura e di impatti stradali, esercita un effetto negativo su numerosi habitat tutelati dalla Rete Natura 2000.
Inoltre, in un ambito limitato della Lessinia è autorizzato, a fini sperimentali, un limitato prelievo venatorio del cinghiale. Ciò significa che, grazie alla collaborazione tra guardie provinciali, guardie volontarie e operatori abilitati al controllo e mondo venatorio, disponiamo di una rete di persone attrezzate e qualificate nel territorio in grado di individuare tempestivamente e di segnalare con efficacia eventuali sospetti di infezione”.