Un problema fin troppo grave
Il giorno 13 ha avuto luogo un incontro di una delegazione di ANUU Regione Piemonte presso il Ministero dell’Agricoltura composta da; Alessio Abbinante, Presidente Regionale ANUU Piemonte, Paolo Pala, Presidente Provinciale ANUU Alessandria, Federico Riboldi Coordinatore Fratelli d’Italia Provincia di Alessandria Claudio Leone Consigliere Regione Piemonte e Presidente III Commissione e Dott. Lorenzo Bevilacqua tecnico faunistico per discutere della questione PSA e le varie tematiche che fanno da corollario a questo grave ma sottaciuto problema. ANUU Regione Piemonte ha, sin dal primo momento, cercato di mostrare come il protocollo europeo sia inadeguato alla realtà ambientale alessandrina.
La prossima stagione venatoria
Obiettivo per il futuro, come abbiamo illustrato in occasione dell’incontro tenutosi al Ministero dell’Agricoltura è di giungere ad una progressiva estensione della zona di restrizione di fascia I (ex area buffer) al fine di salvaguardare sia il mondo agricolo sia la prossima stagione venatoria. E’ stato portato all’attenzione come sia necessario incrementare (o meglio iniziare) gli abbattimenti partendo dal versante più orientale e fino a giungere progressivamente a ridosso della famosa rete di ‘protezione’. Saranno quindi gli animali abbattuti (pur non destinati all’autoconsumo) a fornire dati essenziali per determinare la presenza e diffusione del virus. Occorre quindi varare un protocollo che chiarisca le modalità per poter dichiarare un singolo distretto non interessato dalla PSA e quindi poterlo inserire in fascia I (e poter quindi permettere l’autoconsumo).
Percentuali eloquenti
Secondo i dati ISPRA in media in Italia si abbattono 300 000 cinghiali l’anno di cui l’86% durante la stagione venatoria: l’88% in braccata… il 2% in girata… l’1% in vagante e a questo proposito è bene ricordare che buona parte della zona I oggi non è zonizzata e comunque trattandosi di pianura solcata dalle maggiori vie di comunicazioni non si presta a tale forma di intervento). Il contenimento incide per un 9% e di questo solo la metà con gli interventi a singolo. Se ne deduce che il contenimento, visto come la panacea per la PSA incida meno del 5% sugli abbattimenti.
Il contagio della PSA
Per questo motivo, dato che la normativa lo prevede e cosiderate le caratteristiche orografiche del territorio, è necessario che il contenimento avvenga con l’ausilio dei cani. Il depopolamento, altra vexata quaestio, è stato eseguito in aree del tutto estranee alla PSA, invece di essere concentrato dove realmente serviva. Nell’incontro avuto presso il Ministero dell’Agricoltura si è chiesto che le risorse impegnate, uomini, mezzi e denari vadano investire dove occorrano davvero, onde scongiurare il rischio di non arginare il contagio da PSA, non riuscire a contenere i danni e mettere fine alla caccia al cinghiale per la prima volta da un anno a questa parte le nostre posizioni sono state condivise (fonte: ANUU Migratoristi Regione Piemonte).