Sono 53 le carcasse di cinghiali positivi alla peste suina, accertate dall’Istituto Zooprofilattico del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, dal 27 dicembre 2021 al 6 marzo 2022. L’ente ha raccolto, in questi due mesi e mezzo, 241 campioni in Piemonte e 110 in Liguria: gli animali malati erano tutti concentrati tra le provincia di Genova e Alessandria. Nello specifico nel genovesato si sono registrati la maggioranza di casi a Isola del Cantone e Mignanego (5), Ronco Scrivia e Rossiglione (4). Nell’alessandrino i capi erano concentrati ad Arquata Scrivia (5) ed Ovada (4). Numeri forniti a Torino, in occasione della visita del sottosegretario al Ministero della Salute Andrea Costa all’istituto.
Proprio in questi giorni il direttore dello Zooprofilattico Angelo Ferrari è stato nominato commissario straordinario per la peste suina. Per contenere l’epidemia entro questa estate, secondo le prime informazioni, verranno innalzati 116 chilometri di barriere anti-cinghiali lungo le autostrade della “zona rossa” tra Liguria e Piemonte. Il timore è che il virus, senza alcun rischi per l’uomo, si estenda ai suini domestici. Un danno enorme per una filiera che nel nostra regione vale oltre un miliardo di euro, con un milione e 300 mila suini. Da qui la decisione dell’Assessorato regionale all’Agricoltura di prevedere un piano di abbattimento di circa 50 mila cinghiali in tutto il Piemonte.
“Il tema della recinzione – ha spiegato Ferrari – va affrontato con le comunità locali, verificando dove si concentra l’epidemia. In un primo momento bisognerà intervenire velocemente su Arquata, Ronco e Ovada: giovedì ad Alessandria mi incontrerò con l’Unità di crisi per verificare il posizionamento di queste barriere”. “Un aspetto su cui abbiamo già lavorato – ha aggiunto il commissario straordinario – con Autostrade è alzare le reti lungo tutte le direttrici autostradali a rischio tra Piemonte e Liguria. È necessario poi chiudere i passaggi aperti nella barriera tra Novi e Tortona, per evitare i cinghiali malati si spostino ed infettino quelli sani e viceversa.
Poi si inizierà con gli abbattimenti”. “Dobbiamo evitare – ha rincarato il sottosegretario Costa – che l’epidemia si espanda, per tutelare un importante settore produttivo del Paese. Arriviamo da due anni difficili e complicati, e ora i territori colpiti dalla peste suina si trovano ad affrontare una nuova emergenza”. “Da parte del Governo posso assicurare il massimo sostegno” ha concluso Costa. Il primo caso di peste suina africana è stato riscontrato il 29 dicembre 2021 a Ovada, a seguito di un campionamento su una carcassa di cinghiale. La positività è stata accertata il 5 gennaio ed il 12 gennaio è stata definita un’area “infetta” comprendente 114 comuni e un’area “buffer esterno” di dieci chilometri (La voce di Genova).