Perugia: il Corpo Forestale dello Sato ha vietato la caccia al cinghiale su terreni coperti di neve anche nell’ambito delle operazioni di contenimento della specie; in Provincia scoppia la polemica.
La scorsa settimana il Corpo Forestale dello Stato di Perugia ha vietato la caccia al cinghiale sul territorio provinciale, pur se finalizzata al contenimento della specie, nei giorni in cui il terreno si presenta ricoperto di neve ma la decisione non è piaciuta in Provincia ed è subito polemica. La Forestale ha pensato di attuare la normativa nazionale, la Legge 157/92 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, che all’Articolo 21 (Divieti), al Comma 1, Lettera m, enuncia che la caccia è vietata “su terreni coperti in tutto o nella maggior parte di neve, salvo che nella zona faunistica delle Alpi, secondo le disposizioni emanate dalle Regioni interessate”.
Al contrario invec,e secondo qualche consigliere provinciale “i prelievi selettivi, in quanto interventi volti a ridurre al massimo grado i danni della fauna selvatica, non possono essere considerati attività venatoria, di caccia, assimilabile a quella praticata secondo i tempi e le modalità stabilite dai Calendari Venatori. Pertanto, la disposizione legislativa sopra richiamata non può in alcun modo valere per i prelievi selettivi”.
Pertanto secondo questa concezione, “la presenza di manti nevosi a terra non può essere una condizione ostativa all’effettuazione degli interventi di contenimento; anzi, essa rappresenta semmai una condizione che favorisce detti interventi, in quanto con la presenza di cumuli nevosi la selvaggina che si intende contenere trova con più difficoltà ricoveri e nascondigli e quindi può essere abbattuta più facilmente”.
L’esempio di riferimento dei consiglieri provinciali è quello del Consiglio Regionale della Liguria che con apposita delibera ha autorizzato la caccia al cinghiale anche sui terreni ricoperti di neve in modo da rendere più efficaci le misure di contenimento di questa specie.
Riguardo ai prelievi selettivi che si sarebbero dovuti effettuare la scorsa settimana anche in zone della provincia di Perugia interessate da forti nevicate, il Corpo Forestale dello Stato aveva disposto di sanzionare coloro ugualmente coloro che vi avessero preso parte nonostante, a dire della Provincia, questi interventi fossero stati “pianificati da Provincia e ATC e assolutamente necessari in una situazione nella quale la Provincia fa letteralmente i salti mortali per risarcire agricoltori e piccoli proprietari dei danni procurati dalle specie opportuniste, segnatamente dai cinghiali”.
Dalla Provincia quindi la lamentela di fondo: “Abbiamo un mondo agricolo sull’orlo della rivolta a causa dei danni e della lentezza nel risarcirli (lentezza originata dalla scarsità di risorse disponibili) e il Corpo forestale dello Stato si concede il lusso di rendere impossibili, di fatto, gli interventi di contenimento nelle località che hanno visto il verificarsi di precipitazioni nevose, dimostrando uno scollamento totale con i bisogni e le esigenze della collettività e, soprattutto, interpretando la Legge in maniera del tutto arbitraria”.
Secondo il consigliere provinciale insorto per l’accaduto si tratta di “una brutta pagina che alla Provincia e ai cacciatori è costata tempo perso e per il mondo agricolo ha rappresentato una mancata occasione per poter essere soddisfatto nelle sue sacrosante richieste”.
Infine il consigliere provinciale ha concluso, “I piccoli coltivatori diretti sono già sul piede di guerra e ne hanno tutte le ragioni: per questo, per impedire che in futuro si ripetano episodi analoghi, organizzerò in tempi congrui una riunione di Commissione alla presenza di Regione, ATC, Corpo forestale dello Stato e invito intanto le organizzazione dei piccoli e medi coltivatori diretti a porre in atto civili iniziative di protesta e sensibilizzazione. Tutti assieme possiamo (e dobbiamo!!) arrivare ad una soluzione e all’affermazione del corretto dettato della Legge con fatti tangibili. Ringrazio la Provincia , in particolare il Consigliere delegato e i dirigenti di settore”.
22 gennaio 2013