Girando per le colline toscane, emiliane o comunque della zona medio montana situata immediatamente a ridosso della catena appenninica, in particolare in zone aperte a prato o pascolo, nei vigneti e tra le coltivazioni collinari potreste facilmente imbattervi nelle Pernici rosse (Alectoris rufa) una specie di galliforme tutta europea che trova in questi ambienti il proprio habitat più congeniale.
Sono infatti le aree incolte con vegetazione arborea rada, le brughiere, i terreni aperti ben drenati cespugliati con sassaie o contornati da siepi e filari, gli ambienti più frequentati dalla Pernice rossa ma anche i versanti rocciosi di collina e di media montagna evitando però in genere ambienti troppo umidi o troppo secchi; questa specie ben si adatta alle aree coltivate a grano ed erba medica con sufficiente presenza di incolti. I cacciatori che amano insidiare la Pernice rossa sicuramente sapranno che si tratta di una specie volatile residente, di indole sospettosa e accorta che in genere conduce vita gregaria in piccoli gruppi eccetto che nel periodo della cova; questa specie di pernice ha abitudini più terricole che aeree, infatti è un’ottima e veloce pedinatrice e raramente la potremmo vedere posata su alberi o su cespugli.
Il corpo tozzo e compatto della Pernice rossa può misurare mediamente circa 33-35 cm e può rassomigliare molto alla Starna soprattutto per il piumaggio giovanile e per gli habitat che predilige. A differenza della Starna però, la Pernice Rossa è in genere meno legata alle colture cerealicole probabilmente perché nella propria dieta include germogli, semi, frutti selvatici, erbe, radici e, specie in primavera, insetti e altri piccoli animali invertebrati.
Le Pernici rosse adulte hanno il becco e le zampe rossi ed un caratteristico piumaggio in cui la gola si presenta bianca con un ben distinto collare nero che va via via dissolvendosi fino alla parte superiore del petto in una fascia fittamente striata di nero. La testa è marrone-grigia presentando una sommità castana ed un evidente sopracciglio bianco, al di sotto del quale è presente una stria oculare nera che si congiunge al bavaglino. Il contorno dell’area oculare è rosso mentre i fianchi sono grigio lavanda con grandi e caratteristiche barrature bianche, castane e nere. Particolare nella livrea della Pernice rossa che la accomuna alla starna sono gli angoli della coda di un colore marrone-rossiccio che risaltano maggiormente quando questo selvatico s’invola mostrandoci le ali tonde e fortemente sfrangiate. Avendo l’occasione di osservare una Pernice rossa in volo ci accorgiamo immediatamente che, rispetto alla starna, esegue un volo meno compatto ma rapido ed elegante quasi sempre a poca altezza dal suolo; impossibile poi per un cacciatore non udire il rumoroso frullo di questa pernice.
Sentendo il nostro avvicinamento o del nostro cane in cerca, la Pernice rossa, a sottolineare le sue abitudini terricole, preferirà sfuggirci correndo sul terreno e frullerà via solo come ultima via di scampo qualora ci avvicinassimo troppo; come altre specie di pernice, in genere la rossa trova riparo per la notte sul terreno tra la vegetazione e di abitudine i periodi prediletti dalla Pernice rossa per la pastura, i cacciatori sicuramente lo sapranno, sono il mattino e il tardo pomeriggio. La Pernice rossa è fondamentalmente una specie prettamente europea, diffusa soprattutto nella parte occidentale del continente e particolarmente in Italia, Inghilterra, Portogallo, Spagna e Francia. È stata introdotta anche nelle isole Azzorre, Canarie e Madeira, mentre in Germania occidentale (valli del Reno e della Mosella) questa specie si estinse già nel XVI secolo, salvo tentativi di ripopolamento. Come abbiamo già accennato in Italia la Pernice rossa possiamo trovarla nella zona nord-appenninica della penisola, ed in particolare nelle regioni adiacenti come la Toscana, compresa l’Isola d’Elba, l’Emilia Romagna, la Liguria e la Lombardia; in altre regioni italiane sono presenti piccole popolazioni di questo selvatico introdotte a scopo venatorio. Come per molte altre specie il periodo riproduttivo della Pernice rossa inizia alla fine di aprile quando si cominciano a formare le coppie anche se già da prima di questo periodo i maschi prendono possesso del territorio.
Il nido viene solitamente predisposto in una depressione del terreno al margine di boschi o comunque di zone ricoperte da cespugli e la cova, che si verifica in genere una volta l’anno, dura circa ventiquattro giorni; i pulcini lasciano il nido poco dopo la nascita e sono già in grado di volare dopo poche settimane di età.
Oggi si stima che la popolazione europea della Pernice rossa ammonti a circa 4,5 milioni di coppie delle quali la maggior parte stanziate in Spagna; ciò nonostante la Pernice rossa è considerata una specie a rischio poiché il 95% della popolazione di questo volatile risulterebbe in declino. Eccezione a questa stima è l’Inghilterra, dove la specie è stata introdotta nel tardo ottocento e di recente la popolazione di Pernice rossa risulta in aumento; quest’inversione dei tendenza è il risultato di un intensa attività di ripopolamento svolta nel 1980 con esemplari allevati in cattività in modo da sopperire all’evidente declino delle popolazioni di questo selvatico.
Da noi in Italia la Pernice rossa fa parte delle specie cacciabili seppur annoverata tra quelle minacciate “a minor rischio”, questo grazie alle politiche di gestione adottate per la conservazione degli habitat prediletti da questo selvatico.
Gli interventi adottati per la tutela e la conservazione degli habitat favorevoli alla Pernice rossa comprendono la promozione di pratiche agricole non intensive ed a basso impatto, che rispettino il territorio senza intaccare le zone di margine che come abbiamo già visto sono preferite da questa pernice soprattutto per la deposizione delle uova.
Sarebbe inoltre auspicabile, ai fini della tutela e della conservazione della Pernice rossa che questo tipo di interventi ambientali vengano posti in essere sia negli ambienti collinari che di pianura in modo da agevolare il contatto tra i nuclei stanziali di selvatici presenti nelle aree protette.
Generalmente i Calendari Venatori regionali ci consentono di cacciare la Pernice rossa in tutto il territorio dall’inizio della stagione venatoria fino al 31 dicembre anche se nelle Aziende Agrituristico Venatorie la caccia si protrae fino a fine gennaio restando nell’ambito dei piani di abbattimento approvati dalle Province ed esclusivamente per gli esemplari provenienti da allevamento.
C’è da dire però che per molti la limitazione dell’attività venatoria e delle iniziative ad essa collegate potrebbe essere un altro accorgimento da adottare per la conservazione di questa specie in quanto anche l’immissione di specie estranee o di incerta provenienza potrebbero facilmente causare un’ibridazione con la Pernice rossa provocando così la perdita del patrimonio genetico originario.
Non si parla ovviamente di inserire la Pernice rossa tra le specie non cacciabili ma secondo un’opinione diffusa la pressione venatoria su questo selvatico dovrebbe essere rigidamente regolamentata, considerando anche il fatto che i ripopolamenti effettuati a scopo venatorio creerebbero solo un effimero aumento della popolazione e non apporterebbero alcun contributo alla conservazione della specie sortendo anzi l’effetto contrario poiché gli esemplari introdotti interferirebbero negativamente con la popolazione residente naturale.