Il Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo ha deciso di annullare il provvedimento della Prefettura di Agrigento che aveva revocato il porto di fucile a uso caccia a un giovane. Il ragazzo risiede a Santa Elisabetta e i giudici avevano deciso di non concedere la licenza per un motivo ben preciso. In pratica, il rapporto di parentela di questa persona con alcuni pregiudicati aveva fatto la differenza, ma i giudici non l’hanno pensata allo stesso modo.
Questo rapporto, infatti, non viene considerato sufficiente (da solo) a giustificare il rischio di un abuso relativo alle armi. La tesi degli avvocati difensori è stata riconosciuta valida e la revoca del Prefetto è diventata pertanto illegittima. Ora il giovane avrà la possibilità di partecipare alla stagione venatoria 2018-2019 in Sicilia che è appena cominciata. Una situazione simile, ma con “finale” diverso, si è avuta lo scorso mese di marzo.
In quel caso il TAR della Puglia bocciò il ricorso di un uomo a cui era stato vietato di detenere armi, munizioni e materiali esplodenti a causa dei conflitti familiari, giudicati seri e frequenti. La vita privata dell’uomo non ha garantito la giusta affidabilità e i rapporti burrascosi con la moglie sono stati dunque determinanti per la valutazione del caso. Altri giudici amministrativi hanno confermato la revoca nonostante il ritiro delle querele da parte del coniuge.