Si mobilitano quasi mille cacciatori lomellini appartenenti alla Atc 6 che fa capo a diversi Comuni, tra cui Mede, Pieve del Cairo, Breme, Frascarolo, Zeme, Candia. Si ribellano alla decisione contemplata dal nuovo calendario venatorio che prevede, unicamente per l’Atc lomellino presieduto da Alberto Rossetti, di veder chiusa la caccia alla fauna acquatica e migratoria dieci giorni prima della chiusura regionale (il 20 gennaio 2022 invece del 31 gennaio): altri dieci giorni in meno di attività oltre a quelli di apertura ritardata fissata per l’Atc-6 il 10 di ottobre. «Inaccettabile – dice Alberto Rossetti – perchè il nostro Atc, appartenendo al sito di Rete Natura 2000, ha spinto la Regione a una valutazione di incidenza degli animali sul territorio tale da imporre una drastica diminuzione dei periodi cacciabili.
Se è vero, ci sarebbero comunque altre strade da percorrere pur di non penalizzare i nostri mille soci ma nessuno ci ha interpellato, neppure la Federcaccia di cui io sono il rappresentante territoriale». I cacciatori locali propongono alcune soluzioni alternative. Innanzi tutto, dicono, sarebbe bastato creare zone in cui si anticipava la chiusura della caccia a lepri e fagiani per favorire la nidificazione delle specie autoctone. Oppure posticipare l’apertura della stagione venatoria prevista alla terza domenica di settembre, visto il ritardo dei raccolti agricoli. Ma nella contestazione delle doppiette lomelline ci sarebbe altro.
«Ci vietano – continua il presidente Rossetti – anche di entrare nelle aree cacciabili con i mezzi a motore: lasceremo le auto nelle piazze dei paesi? E poi si escluderà nel mese di gennaio la caccia di appostamento temporaneo: possibile praticarla solo il sabato e la domenica. In tal modo oltre cento dei nostri soci, pur pagando quote e licenze, resterebbero esclusi». Le accuse di Alberto Rossetti vanno oltre: «Tutto ci è stato comunicato ad atto compiuto. Anche la Federcaccia ci ha esclusi dalla trattativa. Ci sentiamo offesi perché, nonostante il nostro impegno sia ultradecennale, nessuno ci ha chiestola collaborazione, né tanto meno un parere su una decisione che penalizza e discrimina tantissimi appassionati dell’attività venatoria». (La Provincia Pavese).