Pavia: caccia alla volpe in Lomellina per il contenimento della specie spesso portatrice di malattie come la rabbia; protestano gli animalisti, “la rabbia è solo una scusa”.
È aperta la caccia alle volpi in Lomellina: fino alla fine del mese i cacciatori dell’ambito territoriale di Dorno sono autorizzati alle battute di caccia che hanno come unico obiettivo il mammifero che sempre più di frequente si spinge nelle campagne lomelline. “La caccia alla volpe si è aperta il 9 dicembre – spiega Pierfelice Begliossi, guardia giurata responsabile della zona – è un’attività venatoria autorizzata, ma si può sparare solo e soltanto alle volpi, altrimenti si viene sospesi e non si può più partecipare alle battute”. Una decina gli esemplari abbattuti fino ad oggi: a muovere i cacciatori anche il pericolo delle malattie di cui la volpe sarebbe veicolo.
“Essendo un canino la volpe è portatrice di rabbia – spiega Begliossi – dopo l’uccisione però gli istituti appositi fanno le opportune verifiche per capire se ci siano anche altre malattie come la rogna che possono essere trasmesse agli essere umani”. La caccia viene organizzata non più di tre volte a settimana e il punto di incontro è sempre il campo sportivo di Gropello. Alle 7.30 di sabato la squadra, formata al massimo da 20 cacciatori, parte alla volta dei boschi limitrofi, Gropello, Villanova d’Ardenghi, Sommo, Carbonara, Cava Manara i comuni scelti per tentare di individuare gli esemplari.
“E’ già un successo abbatterne qualcuna, sono molto intelligenti ed è difficile scovarle – conclude la guardia – le battute di caccia alla volpe iniziano quando si conclude la caccia alla lepre e vengono utilizzati i cani particolarmente abili e veloci, vista la proverbiale astuzia delle volpi”.
Ma arriva anche il severo giudizio delle associazioni animaliste: “La rabbia è una malattia diffusa nel Nord-est del nostro paese, quindi è solo una scusa utilizzata per dare sfogo ai cacciatori – dichiara Fausto Pistoja per la Lipu – inoltre non si è mai effettuato un vero e proprio censimento di volpi, quindi i cacciatori che dicono di volerle abbattere perché ce ne sono troppe non lo fanno su basi scientifiche”.
“Bisognerebbe davvero rivedere la questione della caccia non solo alle volpi, ma anche della caccia in generale per l’intera Lombardia – commenta Angelo Maggioni – non ci sono più territori dove in realtà si possa cacciare e quindi si spara anche nella vicinanza delle case, con tutti i problemi di sicurezza che comporta”.
22 gennaio 2013
La Provincia Pavese