Creazione di un ente autonomo
Si ingarbuglia sempre più la vicenda dell’ipotetico Parco Nazionale di Portofino, un Parco “Nazionale” che avrebbe avuto valore di esistere per la bellezza del luogo, ma solo limitatamente a quella zona che nel 1935 stabilì il governo di allora (fascista!), creando un Ente Autonomo la cui legge istitutiva era, per assurdo, il fiore all’occhiello del protezionismo italiano e democratico! Peccato che poi con il successivo passaggio alla Regione Liguria (si noti bene, in epoca veramente democratica!), non lo si sia svilito con la sua trasformazione in Parco Regionale (e sua legge conseguente!). Ora lo si vuole ampliare a tutti costi e senza che ve ne sia alcun bisogno dal punto di vista ambientale, in quanto le aree che gli vogliono aggiungere non hanno alcun valore DEGNO DI UNA PROTEZIONE NAZIONALE!
Il vero scandalo
In realtà gli scopi principali per cui lo si vuole ampliare e nazionalizzare sono solo due: uno, chiudere alla caccia altri territori; due, godere di soldi statali (che finiranno per essere spesi per opere inutili o solo utili ad attività turistiche, ma non certo per la “Conservazione della natura”; che poi il fine primo di ogni Parco Nazionale degno di questa denominazione). Ma il vero scandalo non è questo: è l’antidemocraticità con cui lo si vuole istituire! Esistono infatti ormai diverse sentenze della Corte Costituzionale (che è il massimo nostro organo di controllo legislativo!) le quali hanno stabilito che senza l’assenso formale dei Comuni – deliberazioni dei Consigli Comunali – non si possono istituire aree protette. Eppure si incolpa la Regione Liguria di “sdegno per il comportamento pervicacemente ostruzionistico posto in essere sinora dall’Amministrazione” mentre invece la pervicacia è, caso mai, quella di quelli vogliono il Parco Nazionale ad ogni costo, anche quello di andare contro le regole democratiche e liberali stabilite dalla Costituzione!
Decreto ministeriale
D’altronde sono gli stessi organi di stampa a confermarlo, là dove hanno riportato che «è stato il Ministero a varare un decreto calando dall’alto provvedimenti unilaterali, non condivisi, senza tener conto delle ragioni delle comunità locali. I comuni nell’agosto del 2021 si sono trovati davanti un Parco Nazionale imposto con un decreto ministeriale. Proprio dalla mancanza di ascolto e condivisione del ministero sono partite tutte le vicende giudiziarie». Quindi, si ricorra pure e si porti il tutto alla Corte Costituzionale per capire chi in questa storia abbia effettivamente ragione. Ma vediamole le ragioni per cui si vuole “pervicacemente” questo inutile ampliamento di Parco Nazionale, e poi ci si chieda, ma, questa, è conservazione della natura o è solo una strumentalizzazione per altri fini? «…per colpa della Regione si continui a tenere fermo al palo un Parco che ha enormi potenzialità da un punto di vista ambientale e di sviluppo sostenibile del territorio. La Regione davvero intende continuare a sostenere solo i Comuni che non vogliono farne parte e zittire quelli che invece vogliono entrare nel Parco?».
Corte Costituzionale
E ancora: si «tenga invece conto del grande volano economico che il Parco porterebbe al territorio». Ecco, non è per ottenere queste cose che si istituiscono Parchi Nazionali! Tanto più in una Regione che di benessere economico turistico già gode ampiamente grazie al suo stato ambientale, paesaggistico e sociale. Ma non solo, che il fatto stesso che esista un Monte di Portofino, Portofino stesso e la sua costa, sono ampiamente sufficienti per questa soddisfazione. O non è che oltre al solito divieto di caccia, al solito “tesoretto” di soldi romani, non ci sia dietro anche la voglia di un apparato pubblico dove inserire Presidenti e Consiglieri di nomina locale, magari anche ambientalista? Quindi, alla Corte Costituzionale l’ardua sentenza! E non sarà “pervicacia”, bensì democrazia! (Fonte AIW)