Antonio Carrara, presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e il numero uno dell’Ambito Territoriale di Caccia di Sulmona (L’Aquila) hanno firmato un importante accordo che ufficializza l’inizio della caccia di selezione al cinghiale nella zona di protezione esterna dell’area naturale. Si tratta di una intesa di tipo sperimentale e per il momento si è deciso di farla durare un anno, anche se è una prima fase. La novità, però, è di grande rilievo, sia dal punto di vista venatorio che da quello ambientale.
Nelle prossime settimane il protocollo includerà anche il Parco Nazionale della Majella, seguendo l’esempio di altre riserve. Il Parco ha riconosciuto di fatto il ruolo strategico dei cacciatori, fondamentali per la gestione delle aree protette. Saranno 300 le doppiette presenti sul territorio, in modo da assicurare la protezione della fauna protetta e la vigilanza attiva, così da evitare ad esempio gli incendi.
L’ATC abruzzese ha parlato con orgoglio di una nuova fase di dialogo con le autorità che gestiscono le aree protette. La collaborazione costruttiva viene giudicata la strada giusta per raggiungere i risultati migliori. A Pescasseroli c’è già stata una prima giornata formativa in cui sono stati coinvolti i selecontrollori della Valle del Sagittario, un’esperienza che sarà ripetuta anche nelle altre aree protette, visto che l’interesse mostrato è stato molto alto.