Lo slittamento del piano
Per ora è un nulla di fatto, almeno per quel che riguarda il versante trentino. I cervi di questo settore del Parco Nazionale dello Stelvio non verranno abbattuti, visto che il piano per la conservazione e gestione della specie non ha ancora ricevuto l’ok da parte della giunta regionale. Si sta parlando di un piano volto a ridurre di circa il 30% il numero complessivo di animali in questa zona nel corso dei prossimi cinque anni.
Le parole di Luca Pedrotti
L’intenzione era quella di far partire il tutto in inverno che è però terminato senza che ci fosse alcun abbattimento. Come ha voluto sottolineare Luca Pedrotti, coordinatore scientifico del Parco dello Stelvio, non bisogna preoccuparsi, il progetto rimane valido e lo slittamento è dovuto soltanto alla predisposizione di alcuni elementi essenziali da questo punto di vista.
Il centro di raccolta
Ad esempio, serve a tutti i costi un centro di raccolta per quel che riguarda le carcasse degli animali prelevati, senza dimenticare la necessità di un centro di lavorazione della selvaggina. A questo punto il piano quinquennale (il periodo temporale a cui fare riferimento è quello che va dal 2022 al 2026) dovrebbe partire realisticamente nel prossimo autunno, sempre prendendo spunto da quella che sarà la consistenza degli ungulati nel corso dei prossimi mesi.