Steiner 3-15×56 Nighthunter Xtreme – L’espansione mirata della Beretta Holding ha raggruppato sotto una stessa egida aziende già famose a cui è stato conferito un notevole impulso progettuale e commerciale: è il caso della Steiner che ha implementato il suo settore di azione eminentemente militare dedicandosi con attenzione al quello civile dove la classica terna composta da binocolo, lungo e cannocchiale da mira soddisfa una cospicua serie di appassionati. Abbiamo avuto in prova uno degli ultimi prodotti, oggi già superato da un modello analogo ulteriormente perfezionato.
Lo Steiner Nighthunter Xtreme 3-15×56 ha nella robustezza un fattore primario, retaggio della progettazione per impiego rude e senza troppi riguardi, avvalorata dalla garanzia di ben 10 anni. Le caratteristiche salienti vedono il tubo da 30 mm, i vetri ottici di notevole livello per garantire un’eccellente e apprezzabile trasmissione di luce, una visuale corretta con la qualifica di alta definizione (HD) in assenza di aberrazioni cromatiche e distorsioni dell’immagine anche alla periferia della visuale, contorni dei soggetti inquadrati nitidi e definiti.
Il reticolo è il classico n. 4 pensato per la caccia, quindi con posizionamento sul secondo piano focale per il mantenimento degli spessori virtuali anche variando gli ingrandimenti, la croce centrale rimane un giusto riferimento anche in condizioni di luce sfavorevoli quando il punto centrale illuminabile si rivela per molti un ausilio determinante. La lunghezza totale di 360 mm, il peso di 770 g, il diametro da 56 mm dell’obiettivo offrono un’entità ancora maneggevole con un valore di luminosità adeguato ai tiri all’aspetto nei minuti crepuscolari, quando tale caratteristica si rivela essenziale ed esiziale per il raggiungimento del risultato. L’escursione degli ingrandimenti, insieme all’ampio campo visivo, permette con il 3x ancora una buona riuscita nel tiro di movimento mentre il valore massimo di 15x non pone problemi ai tiri lunghi o su selvaggina con zona vitale di non ampie dimensioni.
Ci siamo divertiti anche in poligono: un reticolo crosshair consentirebbe di limare qualche mm nelle rosate, ma sarebbe decisamente fuori luogo in questo impianto fortemente e puntualmente venatorio.
Le regolazioni vedono l’anello dell’oculare per la messa a fuoco del reticolo protetto da uno spessore in gomma per proteggere il sopracciglio e piccoli rilievi che ne facilitano la rotazione mentre la ghiera per la variazione degli ingrandimenti presenta rilievi assai più marcati e un movimento fluido e immediato.
Le torrette con cappellotti a vite di chiusura hanno un movimento differenziato: quella per l’elevazione con scatti percepibili, anche se non sempre così distintamente, e quella in deriva con movimento a frizione per cui occorre leggere sull’anellino i riferimenti; con l’attenzione del caso abbiamo condotto la prova del quadrato verificando una sostanziale corrispondenza del ritorno al punto zero mentre l’entità degli scostamenti previsti sul valore per ogni scatto, o linea, pari a 1 cm a 100 metri è giusta nell’elevazione, ma quasi si dimezza nello scostamento laterale: dopo la prime prove ci si adegua facilmente. Si passa poi alla terza torretta dove è montato l’impianto di illuminazione del reticolo, variabile con gradualità secondo le necessità d’uso, e attivabile dalla posizione del fucile; con una seconda rotella coassiale si corregge la parallasse secondo i valori metrici prefissi. Determinante quest’ultima funzione specie al valore massimo di ingrandimento (15x) e corretta l’efficacia sul campo. Un altro valore che torna molto comodo a chi ha il collo corto è rappresentato dalla lunga focale grazie a cui si trova con facilità la posizione esatta per abbracciare con lo sguardo tutto il campo visivo.
Le prove condotte su diversi campi di tiro e in più riprese hanno permesso di verificare la validità dell’impianto tecnico per luminosità, nitidezza e capacità di staccare un’immagine mimetica dallo sfondo meno favorevole, come un capriolo in un pomeriggio di dicembre contro un bosco di alberi spogli e ramaglie. A questo aggiungiamo un rilievo poco tecnico, ma ben percepibile specie da chi abbia l’occhio facilmente affaticabile: anche in lunghe sessioni dove si cerca di spremere il meglio dall’insieme ottico balistico queste lenti non affaticano assolutamente la vista. Per noi è un fattore di primaria importanza.