Ecco perché i coltivatori diretti oristanesi sono intervenuti in queste ultime ore, in modo da sollecitare le istituzioni: non è un caso che sia stata inviata una lettera aperta a Donatella Spano, assessore regionale all’Ambiente, e a Massimo Torrente, commissario straordinario della Provincia di Oristano. L’attuale stagione di coltivazione non è assolutamente al riparo. Giuseppe Casu, direttore di Coldiretti Oristano, ha auspicato un avvio immediato del piano di prevenzione e contenimento. Inoltre, l’associazione ha chiesto la promozione di un incontro urgente per pianificare il tutto, tramite la convocazione delle varie istituzioni interessate, gli enti dei categoria e i coadiutori.
In questa maniera si potrebbero conoscere finalmente tempi e modalità di intervento. Tra l’altro, Coldiretti ha chiesto che non si limiti l’azione nelle zone che sono considerate Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone a Protezione Speciale (ZPS). La nota ufficiale non dimentica la figura dei già citati coadiutori. Casu ha sollecitato un loro aumento, in quanto si sta parlando di quello che è “l’unico strumento che si rivela veramente efficace nei vari territori”: a tal proposito si sta pensando a nuovi corsi di formazione da attivare, come richiesto anche dagli operatori agricoli.
Il fatto che sia stato ripristinato il capitolo sugli indennizzi per i danni causati dalla fauna selvatica nella legge finanziaria è stato valutato positivamente, però c’è un allarme da non sottovalutare: le risorse economiche messe a disposizione non saranno sufficienti se il contenimento non sarà tempestivo e funzionale. Oltre alle cornacchie, gli operatori agricoli devono essere tutelati da cinghiali, nutrie e cormorani. Le azioni di difesa sono possibili, al momento non sono comunque puntuali: Coldiretti Oristano si augura che la prevenzione non rimanga soltanto una intenzione ma si trasformi in qualcosa di concreto, con interventi specifici e mirati.