Cristiano Massaia, sindaco di Aramengo, in provincia di Asti, ha emesso una ordinanza che consente l’abbattimento dei cinghiali all’interno dell’area protetta che ricade nel territorio comunale. Si tratta del primo provvedimento in assoluto di questo tipo che viene emanato nella provincia piemontese e ha delle motivazioni ben precise. Secondo lo stesso Comune, infatti, la situazione è nota da tempo e gli ungulati hanno deciso di sfruttare le aree protette come loro rifugio ideale, ma è molto raro che vengano autorizzate delle battute di caccia all’interno delle stesse.
Che cosa prevede nello specifico l’ordinanza? Anzitutto, gli interventi di abbattimento dovranno essere effettuati soltanto da soggetti abilitati e che sono in possesso dei requisiti previsti dalla legge. Questi soggetti, inoltre, devono far parte delle due squadre che sono attive sul territorio e che fanno capo a tre persone identificate presso l’Ambito Territoriale di Caccia (“Nord Tanaro”). Il sindaco è intervenuto in seguito alle numerose segnalazioni di presenze di cinghiali in orari diurni e notturni: gli animali hanno rovinato le colture agricole e si sono avvicinati più volte alle abitazioni private, mettendo a rischio anche la viabilità stradale.
Nell’ordinanza si fa anche riferimento agli interventi mirati al contenimento che si sono svolti con regolarità ed efficacia, ma che allo stesso tempo non hanno potuto dare i risultati sperati perché i cinghiali sono soliti rifugiarsi nell’area protetta in cui la caccia è appunto vietata. Tra l’altro, si sta parlando della stessa riserva che viene utilizzata per l’addestramento dei cani da caccia. Il contenimento dovrà comunque svolgersi assicurando le condizioni di sicurezza ai cittadini e ai cacciatori stessi, nel pieno rispetto delle prescrizioni che saranno impartite dalle guardie venatorie provinciali.
Una copia del documento appena descritto è stata trasmessa anche all’Ufficio Caccia e Pesca dell’Amministrazione Provinciale di Asti, al Corpo Forestale dello Stato, alla Stazione dei Carabinieri di Cocconato (comune che dista circa 7 chilometri da Aramengo), alla Polizia Municipale di Valtriversa e al già citato Ambito Territoriale di Caccia “Nord Tanaro”.
Un eventuale ricorso al provvedimento potrà essere presentato al Prefetto di Asti nel termine di 30 giorni dalla pubblicazione dello stesso oppure, in alternativa, entro i 60 giorni che decorrono dalla pubblicazione al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte. L’area naturale protetta sorge tra il territorio di Aramengo e Tonengo: i boschi sono senza dubbio una delle presenze principali di tale territorio, utilizzati in passato per la gestione del patrimonio comunale, a conferma di una importanza strategica che si è confermata nel corso del tempo.
Finalmente un amministratore pubblico che ha avuto il coraggio delle sue azioni ed affrontare il problema cinghiali nel modo giusto, speriamo che qualche anticaccia o avversario politico, non si metta di traverso solo per il gusto di essere contrario ad una ordinanza sensata.
Io dico bravo sindaco Massaia ce ne fossero come lui.
un saluto
Ferdinando Ratti