Una scelta così netta e convinta ha ovviamente delle motivazioni. Anzitutto, i cacciatori oranesi ritengono che sia necessario porre un freno agli incidenti stradali sempre più numerosi, visto che ogni mese se ne contano una decina nella provincia del nuorese, senza però dimenticare le richieste esplicite degli agricoltori del luogo. Come accade anche in altre parti d’Italia, infatti, l’incremento inarrestabile degli esemplari sul territorio provoca danni incalcolabili ai terreni coltivati.
In aggiunta, dettaglio non certo secondario, gli ungulati sono portatori di malattie pericolose come la peste suina e la trichinella (si può trasmettere all’uomo tramite il consumo di carne). Ultimi, ma non meno importanti, sono i danni alle altre specie animali, dato che si sta parlando di un predatore di nidi e la popolazione della pernice si è ultimamente ridotta proprio a causa dei cinghiali. L’ampliamento di pochi mesi fa da parte del Comitato Faunistico è stato il risultato di una richiesta esplicita della Confederazione Italiana degli Agricoltori (CIA).
In pratica, anche altre associazioni avevano fornito il loro assenso per venire incontro alle esigenze del settore primario, ma le compagnie di caccia grossa si erano dimostrate contrarie a questa apertura. In base al loro punto di vista, la caccia infrasettimanale avrebbe violato una tradizione consolidata da tempo e creato una serie di problemi, in particolare quelli relativi all’organizzazione delle battute, senza dimenticare il recupero dei cani (servono diversi giorni in tal senso). C’è poi chi si è opposto a causa dell’assenza dei necessari controlli sanitari che si svolgono a cadenza regolare con le Asl. L’intera stagione venatoria in Sardegna è stata però caratterizzata dalla caccia del giovedì. I cacciatori di Orani sono convinti come non mai delle loro posizioni e si sono detti fiduciosi del fatto che anche il calendario 2016-2017 seguirà lo stesso esempio.
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