Come reso noto dalla Federazione Italiana della Caccia, sul sito Indiscreto.info è in corso un sondaggio per capire se si è a favore o contro l’attività venatoria. L’associazione ha sottolineato come questi sondaggi non abbiano ovviamente nessun valore in sé, ma sono spesso utilizzati per influenzare le opinioni. I nostri avversari lo sanno bene e li usano a loro vantaggio, votando compatti, in massa e facendo votare amici e parenti. Bisogna vedere se una volta tanto se anche i cacciatori sono capaci di dare un segno forte.
Il titolo è “Abolire la caccia in Italia?”. Ecco cosa hanno scritto i promotori di questa iniziativa: “I numeri dicono che questa passione-tradizione, che facciamo fatica a chiamare sport, è in declino da anni. Dai circa 1.800.000 cacciatori italiani di inizio anni Ottanta, in sostanza il 3% della popolazione, si è passati ai circa 775.000 attuali (dati ISTAT basati sulle licenze), l’1,2% degli italiani di adesso. Con la solita regionalizzazione molto forte: rapportando le licenze all’ampiezza del territorio stravince la Toscana, davanti a Liguria, Umbria e Lombardia, con il Trentino Alto-Adige in un lodevole ventesimo posto (dovuto anche alle mille limitazioni provinciali).
Insomma, la caccia in Italia sta morendo di morte naturale perché i vecchi cacciatori vengono sempre meno sostituiti dai giovani. E anche il numero di incidenti mortali, che pure fanno notizia, è bassissimo. Nella scorsa stagione in totale 30 morti (di cui 20 cacciatori) e 84 feriti. È più pericoloso, in termini assoluti ma anche in rapporto ai praticanti, essere un ciclista che essere un cacciatore. Il problema è quindi soprattutto di tipo etico, il che non significa che sia inferiore”.