L’onorevole Barbara Mazzali, consigliere regionale della Lombardia (Fratelli d’Italia), ha posto l’accento su una situazione incresciosa: “Un articolo pieno di inesattezze e di preconcetti: ecco come è stato scritto il pezzo ‘La lobby dei cacciatori finanzia Lega e Fratelli d’Italia’, uscito domenica 17 ottobre sul Domani. E visto che io sono stata citata in più punti, ho deciso di replicare, perché che io sia associata ai cacciatori mi riempie di orgoglio, ma che siano dette cose non vere o distorte non lo accetto. Il Domani dice che nei giorni prima delle elezioni comunali di Milano sui social mi sono mostrata con il fucile in spalla e ho cercato voti in questo mondo. Ricordo al giornalista che a Milano (città, non provincia) sono ben pochi i cacciatori ed è di gran lunga più facile imbattersi in un animalista da salotto.
Poi viene citata la lettera che ho indirizzato al presidente Fontana per chiedere le dimissioni di quei dirigenti che avevano sbagliato con il calendario venatorio, provocando la sentenza di sospensione del Tar. Quello che il giornalista dimentica (appositamente?) o non sa (fin peggio!) è che la caccia non è solo passione ma anche forte indotto economico. Se si fosse documentato, saprebbe che vale l’1,5% del Pil nazionale tra armieri, produttori di munizioni, di abbigliamento, di calzature, gestori delle aree e tutto quello che ci orbita intorno. Parliamo di miliardi di euro e di migliaia di posti di lavoro.
Una volta informato di questo, il giornalista avrebbe ben compreso come l’errore della dirigenza regionale abbia non solo bloccato la caccia intesa come passione personale, ma anche creato un danno economico importante alla regione stessa. Simili errori non possono essere accettati senza conseguenze e per questo ho scritto a Fontana. Per quanto riguarda il fatto che io avrei “animato” la manifestazione dei cacciatori davanti alla Regione, voglio specificare che ero presente ben orgogliosa di esserci come privata cittadina e consapevole del fatto che avrei potuto anche ricevere fischi perché faccio parte delle istituzioni.
Il fatto che sia stata io ad animare un corteo di 5mila cacciatori arrabbiati è come minimo una ricostruzione fantasiosa e irrealistica. E questo fa capire con quale spirito e con quale obiettività sia stato scritto l’articolo. Con queste premesse, veniamo alla parte in cui si parla di finanziamento a Fratelli d’Italia. Anche qui il giornalista compie un doppio salto carpiato per arrivare a provare la sua tesi. Scrive che i finanziamenti sono arrivati da ‘Confagricoltura (che ha all’interno una branca che si occupa della tutela dei cacciatori)’. Ah, quindi i finanziamenti vengono da Confagricoltura, perché non è scritto così nel titolo? Dal fatto che ci sia un settore al suo interno, il Domani deduce che i finanziamenti sono dei cacciatori. Cito altri settori che quindi, secondo questo passaggio logico ardito, sono nostri finanziatori: florovivaismo, settore caseario, seminativi, produttori vari (miele, olio, ortofrutta, vino), zootecnici. A questo punto il titolo del pezzo poteva benissimo essere ‘I florovivaisti finanziano Fratelli d’Italia’. O no? Non è così che si fa giornalismo”.