Nella giornata di giovedì 25 febbraio, l’intergruppo caccia, biodiversità e cultura rurale si é riunito via webinar per discutere sull’importante tema dello status degli uccelli cacciabili in Europa. Molte le specie oggetto di discussione, tra cui la tortora, i trampolieri, e varie specie di anatidi e anseriformi. In particolare é stata evidenziata l’azione positiva della caccia nei confronti di alcune specie di oche tra cui l’oca selvatica, che negli ultimi decenni ha fatto registrare un sensibile aumento della popolazione, rendendosi responsabile di ingenti danni alle colture agricole ed in particolare sui cereali autunno-vernini in fase di crescita.
All’incontro é intervenuto anche il Vicepresidente Marco Dreosto, che nel suo intervento ha evidenziato le incongruenze della CE riferite ai piani di azione per le specie in declino, citando il caso di moriglione e pavoncella. Nel caso di queste due specie infatti, non é stata inclusa l’attività gestionale in ambito venatorio e la Commissione nel 2019 ha suggerito agli Stati membri di vietarne semplicemente la caccia, in considerazione della loro classificazione in AEWA. Un comportamento incoerente rispetto alla gestione di altre specie, come nel caso della tortora. Per Dreosto, la CE non considera l’importanza nel mantenere le due specie prelevabili pur in quantità limitata, in relazione al mantenimento degli habitat da parte del mondo venatorio, direttamente interessato.
Perché la CE non ha mai proposto di facilitare la caccia alle specie in aumento o stabili che non siano cacciabili per la Direttiva Uccelli, per esempio applicando una deroga? Questo potrebbe bilanciare gli interessi dei cacciatori, sostenendoli nel mantenere gli habitat naturali e rendendoli consapevoli che la CE ha un approccio equilibrato e considera i cacciatori parte del programma conservativo. Se la CE continua a suggerisce solo di sospendere la caccia, semplicemente la lista delle specie cacciabili sarà ridotta, ma questo non è in linea con i principi biologici e la situazione attuale degli uccelli selvatici in Eurasia, aggiungendo una percezione negativa della Commissione nei cacciatori europei.”
Lo stesso piano d’azione per i trampolieri nidificanti ha identificato quali siano le azioni prioritarie per raggiungere il recupero delle popolazioni, ovvero cambiamenti nelle pratiche agricole e controllo dei predatori, ma la CE non ha fornito ancora alcun indirizzo, agli Stati membri, per il raggiungimento delle azioni prioritarie. Dreosto ha chiesto il perché di un comportamento cosí diverso, che fa presupporre che le azioni decise all’interno dei piani d’azione, non vengano considerate importanti dalla stessa Commissione.
Mi sembra bene che si incominci a valutare anche il nostro operato di cacciatori. Sopratutto il fatto di poter far parte di un equilibrio naturale equiparato all’europa e ai danni provocati dagli animali che costantemente aumentano, vedi oche, cinghiali, cormorani.