Eppure per un certo periodo sembrava che quasi tutte le forze politiche ritenessero indispensabile garantire questo diritto ai cacciatori italiani, così come sembrava che quasi tutti i dirigenti di quasi tutte le associazioni venatorie italiane fossero pronti ad immolarsi in difesa dei diritti dei loro associati. Qual è il motivo di questo silenzio, forse la rassegnazione? O forse siamo distanti dalle scadenze elettorali? Perché i vari rappresentanti politici, tranne qualche lodevole eccezione, non alzano la voce per pretendere dalle istituzioni il rispetto e la corretta applicazione delle Direttive comunitarie e delle normative statali?
Perché la maggior parte dei dirigenti venatori in rappresentanza delle loro blasonate associazioni non fanno quadrato per chiedere al Governo la convocazione della Conferenza stato/regioni per dare piena applicazione all’art. 4 ed all’articolo 19bis della legge statale n. 157/92 che permetterebbero l’attivazione degli impianti di cattura e l’applicazione del regime di deroga in Italia come previsto dall’art. 9 della Direttiva 147/2009/CE? Qualcuno sa fornirci qualche spiegazione in merito? Qualcuno ha ancora il coraggio di combattere per ciò in cui crede, anche se questo può essere considerato inopportuno o controproducente sotto il profilo politico o associativo?”.
Vede caro Europarlamentare Berlato,forse le altre associazioni venatorie si sono stancate di prendere legnate sui denti dai vari tribunali(quelli della Regione Lombardia in primis)?
Visto chè lei è stato mandato a Strasburgo con il voto dei cacciatori, si dia da fare per risolvere questo problema”GRAZIE”