Il Tribunale Amministrativo Regionale di Firenze è stato chiamato ad esaminare il ricorso di un uomo contro un decreto di divieto di detenzione di armi, munizioni e materie esplodenti. Il caso ha visto coinvolti il Ministero dell’Interno e la Prefettura: in poche parole, i Carabinieri hanno segnalato questo soggetto, deferito all’autorità giudiziaria per l’omessa ripetizione della denuncia stessa a causa del continuo cambio del luogo di detenzione.
La persona è stata quindi giudicata inaffidabile per evitare un possibile abuso dell’arma. Il TAR toscano ha accolto il ricorso, ricordando come le ultime sentenze di secondo grado abbiano spiegato l’articolo 43 del TULPS, il quale preclude il rilascio di licenze in caso di furti, rapine ed estorsioni. L’autorità giudiziaria, però, deve esaminare anche altri aspetti, in particolare la tenuità del reato.
Nel caso dell’uomo che ha presentato il ricorso, infatti, non ci sono state condanne, ma soltanto un deferimento: tra l’altro, questa persona ha anche ottenuto l’estinzione del reato pagando la metà del massimo della sanzione. Infine, il Ministero dell’Interno ha violato l’obbligo della motivazione, ignorando i tre rinnovi del porto d’armi da parte del soggetto che aveva sempre indicato correttamente la propria residenza.