L’Oltrepò merita, oggi più che mai, una riscoperta dopo tanti anni di pregiudizi e discutibili gestioni di una zona che ha in sé da sempre la stoffa del grande terroir. Non solo grandi numeri ma anche tanta qualità, storia e passione di vignaioli che amano la propria terra e cercano di far tornare grande una denominazione troppo spesso dimenticata o disprezzata.
E se parliamo di uomini che amano le proprie radici non possiamo non raccontare di Paolo Percivalle, vignaiolo verace di Borgo Priolo, nel territorio di Casteggio, una delle zone più belle dell’Oltrepò. La cantina si trova al cento di un anfiteatro naturale con i vigneti che salgono lungo le colline vicine con pendenze davvero notevoli. Vignaioli da tre generazioni, la famiglia di Paolo coltiva queste terre dal 1915 con passione, dedizione e profondo attaccamento alla propria terra. La scelta del metodo biologico va dunque in questa direzione, come scelta di vita e come stile produttivo che vede protagonista la natura e l’uomo. Questa sinergia si fonda sul rispetto per l’ambiente e sulla sostenibilità in ogni fase del processo, dalla vigna alla bottiglia.
Nei suoi 11 ettari, Paolo coltiva la vite con grande cura e attenzione, solo letame per le concimazioni, uso di fitofarmaci ridotto al minimo, mentre è bandito totalmente il diserbo chimico. Ogni fase è gestita nel pieno e convinto rispetto del disciplinare biologico. Nei vigneti i protagonisti indiscussi sono il Pinot nero e la Croatina.
A fargli compagnia troviamo Chardonnay, Merlot e Barbera. Paolo da sempre crede molto nella vocazione spumantistica dell’Oltrepò e tra le sue etichette, tutte validissime e profondamente territoriali, si ritagliano un posto d’onore le sue bollicine. Da sottolineare lo stile produttivo di Paolo, fondato su una grande pulizia, una tecnica sicura e l’uso convinto di lieviti selezionati.
La Cuvèe 270 è un insolito spumante a base Pinot Nero che affina sui lieviti per soli 9 mesi, Paolo è uno dei pochi a realizzarlo. È una bolla davvero ben fatta, un sorso fresco, gustoso e croccante, con un’acidità che si presta benissimo per qualsiasi abbinamento o anche come piacevole bicchiere da bere fuori pasto, magari nella bella stagione in compagnia di amici. È una bottiglia che si finisce senza neanche accorgersi!
Il Pinot Nero Brut è il fratello maggiore del 270, sempre Pinot Nero in purezza ma con una sosta prolungata di 24 mesi sui lieviti. Esso rappresenta la bandiera dell’azienda, un’espressione tradizionale e classica che ben rappresenta il territorio. Naso fine ed elegante, è un vino che ben si sposa, grazie al suo corpo snello e alla bella spalla acida, con salumi e formaggi nostrani.
Il Pinot Nero Dosaggio Zero affina 36 mesi sui propri lieviti. È la versione più austera e affilata tra i Pinot Neri di Paolo, è una bolla di notevole finezza, slancio e agilità, al naso fragranti sentori di panificazione accompagnati da eleganti note minerali, di piccoli fiori campestri e di frutta bianca. Il Blanc de blanc brut a base Chardonnay è invece un outsider, una bolla capace di stupire e sorprendere con la sua cremosità e le sue note di pasticceria che ne fanno un’espressione genuina e verace di questo grande bianco in terra d’Oltrepò.
Non meno interessante e di qualità la produzione di vini rossi di grande tipicità. Ne è un esempio il Quattrodicimarzo, Pinot Nero giovane, vinificato in rosso e solo in acciaio che stupisce per la facilità di beva e la pienezza del sorso, un vino che riflette bene la genuinità e schiettezza del produttore. Parimenti notevoli la Bonarda Amanti e il Merlot Settembre, etichette di sicuro affidamento che ben riflettono uno stile enologico pulito e scevro da ogni ruffianeria. Per concludere merita una citazione il Casteggio, rosso da lungo invecchiamento ottenuto da 60% di Barbera e 40% di Croatina. Affina per 12 mesi in barrique e costituisce la dimostrazione di come in Oltrepò si possano fare vini di grande struttura valorizzando i vitigni autoctoni. Il risultato è un rosso di notevole stoffa, con un naso pieno e accattivante in cui il legno sostiene ed esalta piacevoli note di frutti di bosco, di spezie e di cuoio, mentre in bocca la freschezza della barbera ben si sposa con la corposità della Croatina. Un abbinamento perfetto per la selvaggina!