La possibilità offerta agli operatori è il risultato di una serie di modifiche che ha rischiato di creare parecchia confusione in proposito. I recenti cambiamenti introdotti nella legge sulla caccia avevano fatto pensare che sarebbe passato un altro anno senza alcun abbattimento delle nutrie dopo la “pausa” dello scorso anno che ha provocato soltanto malumore. L’ISPRA ha chiarito il tutto, spiegando come le gabbie e le armi da fuoco siano opzioni da valutare in caso di persone che hanno frequentato appositi corsi e dotati di autorizzazioni specifiche.
La provincia mantovana ha vissuto una grave emergenza proprio a causa del roditore che è stato importato dal Sud America. I dodici mesi di stop alla cattura ha peggiorato le stime che riguardano le colture e i raccolti: nello specifico, un mese fa è emerso come gli esemplari fossero addirittura raddoppiati, raggiungendo quota 300mila (in precedenza erano di poco inferiori alle 170mila unità). Il fatto che l’assenza di interventi abbia causato un incremento del genere ha fatto tornare sui propri passi l’ISPRA, il quale pochi anni fa propendeva più che altro per i metodi considerati “ecologici” (dissuasori e reti in primis).
Nel giro di poco tempo, inoltre, l’Unione Europea ha deciso di includere le nutrie tra le specie invasive rilevanti: proprio Bruxelles chiede di eradicarle e dunque di abbatterle, le armi sono una soluzione di quest’anno, purtroppo le risorse economiche non sono adeguate. La cattura e l’abbattimento sono l’ultimo colpo di scena di una vicenda complicata da un articolo del Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità, secondo cui la lotta alla nutria doveva essere inserita tra le discipline legislative previste per le specie selvatiche, nonostante l’animale non fosse tutelato.
io penso che le nutrie,come gli altri nocivi,dovrebbero essere abbattute da tutti i cacciatori,si risolverebbe il problema e si abbatterebbero i costi.