Il problema delle nutrie è di stretta attualità e urgenza in molte parti d’Italia. È il caso, ad esempio, di Padova, tanto che la sezione locale della Coldiretti ha diffuso oggi un comunicato per aggiornare la situazione. L’associazione agricola si è detta disponibile a effettuare un sopralluogo per constatare di persona quanto sia incontrollata la proliferazione di questi roditori. Si tratta di una proposta-provocazione, i quanto gli associati vorrebbero accompagnare i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto, i quali nei giorni scorsi hanno dato ragione agli ambientalisti, rigettando di fatto la delibera approvata dal Comune di Due Carrare. Secondo il presidente di Coldiretti Padova, Federico Miotto, il provvedimento di cui si sta parlando è molto utile perché permette di contrastare il fenomeno e affrontare quella che è “un’emergenza ormai sfuggita di mano”.
Tra l’altro, il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo ha confermato come le nutrie siano una minaccia seria e tangibile per i fiumi della zona, visto che le gallerie tendono a indebolire la tenuta, in particolare quando si ha a che fare con le piogge dei mesi primaverili. Non bisogna dimenticare, inoltre, i danni causati ai campi, come ad esempio le buche che possono aprirsi improvvisamente nei terreni (quando le gallerie scavate dagli animali cominciano a cedere), per non parlare delle coltivazioni agricole.
Miotto ha quindi confermato la propria disponibilità, una sorta di “scampagnata” che servirà a far aprire gli occhi ad ambientalisti e giudici: Coldiretti teme soprattutto che un giorno ci possa essere una rotta arginale, quella che potrebbe essere la diretta conseguenza di un problema non risolto. L’associazione ha anche ricordato cosa prevede nel dettaglio la legge. In pratica, l’abbattimento delle nutrie può essere effettuato dai cacciatori, nel rispetto dei terreni loro assegnati per il prelievo venatorio e nei giorni e negli orari consentiti dal calendario.
Gli agricoltori possono ugualmente abbattere i roditori, ma devono essere in possesso del porto d’armi e non devono sconfinare il perimetro dell’azienda agricola di cui sono proprietari o che conducono. La cattura con le cosiddette gabbie-trappola è ammessa tutto l’anno, un’attività svolta da soggetti autorizzati, dal personale della Protezione Civile, dai Consorzi di Bonifica e dagli stessi agricoltori. Sono invece vietati i veleni e i rodenticidi. La nota di Coldiretti Padova si conclude con la sottolineatura che il proliferare incontrollato della fauna selvatica (cinghiali, gazze ed altri animali) presenta molti altri problemi, di conseguenza bisogna intervenire per tutelare le imprese e salvaguardare il territorio e l’ecosistema.