Il rischio di informazioni scorrette
Assistiamo con stupore al brulicare di comunicati da parte di alcuni esponenti della politica che tentano di accaparrarsi in via esclusiva i meriti del presunto “declassamento del lupo in Europa da specie altamente protetta a specie semplicemente protetta”. Forse presi da crisi di incontinenza comunicativa, questi soggetti corrono il rischio di fornire informazioni non adeguate e non veritiere all’opinione pubblica. Quello che si è raggiunto in Europa, frutto di un impegnativo gioco di squadra tra molti soggetti anche nel mondo della politica, è la decisione della Commissione europea di proporre alle altre istituzioni comunitarie la riduzione dello stato di protezione del lupo da specie rigorosamente protetta a specie protetta. Questo è l’inizio di un lungo percorso che ci potrebbe portare a quel risultato finale da tutti noi auspicato e cioè la modifica degli Allegati comunitari in modo tale da favorire l’applicazione dell’art. 16 della Direttiva Habitat (92/43/CEE) che consentirebbe a tutti gli stati membri dell’Unione europea di dotarsi e di applicare adeguati Piani nazionali di gestione e di contenimento del lupo in modo da garantire un equilibrio tra le varie specie selvatiche ed una compatibilità tra la presenza del lupo con le attività umane, soprattutto con l’agricoltura, l’allevamento, la pastorizia.
Tragico errore comunicativo
Voglio ricordare che il percorso è ancora lungo ed irto di ostacoli, visto che l’attuale maggioranza che governa il Parlamento e la Commissione europea è composta da una coalizione di centrosinistra rappresentata dalle famiglie politiche dei Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi, la stessa maggioranza che ha approvato il divieto di utilizzo del piombo nelle zone umide, l’obbligo delle case green, il divieto di utilizzo dei motori diesel e benzina, la carne ed i cibi sintetici, le farine di vermi e di cavallette per l’alimentazione umana, il ritorno alla natura con l’abbandono di una parte consistente dei nostri territori agricoli. Sarebbe un tragico errore comunicativo poi affermare che sarà possibile la caccia al lupo, comunicazione fallace che innescherebbe le prevedibili reazioni isteriche del mondo animal-ambientalista che prenderebbe questo pretesto per scatenare l’ennesima guerra ideologica contro la caccia.
Una tappa importante
Da cacciatore desidero chiarire che a me non interessa cacciare il lupo ma spero che del personale, appositamente formato ed incaricato dalle Istituzioni, possa attuare adeguati Piani di gestione e di contenimento che permettano, laddove è possibile, la compatibilità tra la presenza del lupo, la salvaguardia dell’ecosistema e la compatibilità con le attività umane. Nel suggerire a chi è preso da crisi di incontinenza comunicativa di dotarsi di adeguati pannoloni intrisi di buonsenso, desideriamo ringraziare tutti gli europarlamentari di tutte le forze politiche per il prezioso gioco di squadra fino a qui fornito, i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole, i rappresentanti del mondo dell’allevamento e della pastorizia, tutti i membri dell’attuale governo che hanno capito e sostenuto le richieste di tutti i portatori della Cultura rurale. Tutti assieme siamo arrivati a raggiungere una tappa importante del nostro percorso che, se staremo uniti, ci porterà a raggiungere il risultato finale per il quale tutti noi abbiamo lavorato con impegno e competenza (On. Sergio Berlato, presidente di ACR – Associazione Cultura Rurale).