Dovuto, pare, ad alcune difformi valutazioni tra la Giunta e la struttura tecnica. Anche se qualcuno chiama in causa la modifica al Calendario venatorio per quanto riguarda la caccia al cinghiale, con la mediazione sulla data del 18 ottobre dovuta alle pressioni di Federcaccia ed Enalcaccia. “Non conosciamo esattamente le motivazioni che hanno spinto la Regione Umbria a trasmettere in ritardo il calendario venatorio 2020/2021 all’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale che deve esprimere obbligatoriamente il proprio parere in merito ma, qualunque esse siano non possiamo accettare silenziosamente questo assurdo ritardo“.
Così Federcaccia comunale di Perugia, che ha rotto gli indugi, invitando la Regione ad attivarsi nei confronti dell’Ispra. “La caccia di selezione alle specie daino e capriolo – scrive ancora Federcaccia Perugia – prevede dei periodi di prelievo ben precisi nel rispetto dei cicli riproduttivi di queste specie. La perdita di questo primo periodo, oltre quindi ad aver creato un disagio a tutti i cacciatori di selezione umbri che hanno visto cacciare i propri compagni di tutte le altre regioni, comprometterà il raggiungimento del piano di abbattimento assegnato dai rispettivi Ambiti Territoriali di Caccia“. Questo, in risposta alle rassicurazioni dell’assessore Morroni circa il fatto che i giorni di caccia persi ora saranno recuperati in autunno. E la Federcaccia non è l’unica associazione venatoria irritata per questo ritardo nell’avvio della stagione venatoria (Tuttoggi).