La Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) ha deciso di percorrere anche l’ultimo grado di giudizio per quel che riguarda il piano faunistico venatorio del Friuli Venezia Giulia. Sette mesi fa il Tribunale Amministrativo Regionale aveva stabilito che non si poteva procedere, ora però l’associazione si è rivolta al Consiglio di Stato per presentare l’ennesimo ricorso. Secondo la LAC, il documento non avrebbe recepito molte indicazioni dell’ISPRA, oltre ad essere eccessivamente sbilanciato in favore di caccia e cacciatori.
I punti che hanno spinto al nuovo giudizio sono diversi, tra cui il prelievo venatorio di caprioli e cervi con i segugi, la mancata pianificazione della caccia agli ungulati in base alla consistenza reale dei capi e l’immissione di selvaggina “pronta caccia”. Non mancano riferimenti alla mancata previsione delle zone di protezione lungo le rotte migratorie e all’uso del piombo in diverse zone umide.
Il ricorso è stato presentato insieme all’avvocato della Lega Antivivisezione (LAV), inoltre è stato chiesto un tavolo tecnico per discutere della revisione del piano faunistico. Lo scorso maggio il TAR decise di accogliere il ricorso presentato dalla sezione regionale della Federcaccia contro il piano, annullandolo per alcuni vizi di istruttoria (non furono tenute in debita considerazione le istanze del mondo venatorio).