Non c’è mai limite al peggio, recita un noto adagio della Cultura rurale. Questa volta la Giunta regionale del Veneto ha superato sé stessa con la Delibera n. 964 del 2 agosto 2022. In attuazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale 2022/2027 la Giunta regionale del Veneto ha determinato il nuovo indice di densità venatoria massima negli Ambiti Territoriali di Caccia per la stagione venatoria 2022/2023 che si attesta sul valore di 1 cacciatore ogni 10 ettari di Territorio Agro-Silvo-Pastorale (TASP).
Per ottenere questo diabolico risultato, considerando che il precedente indice di densità venatoria massima era stato fissato in 1 cacciatore ogni 6 ettari, la Giunta regionale ha modificato i criteri di calcolo della TASP, stabilendo altresì che nel Territorio Lagunare e Vallivo del Veneto il calcolo dei cacciatori ammissibili non viene più effettuato con il rapporto cacciatore/territorio disponibile, ma calcolando tre cacciatori per ogni appostamento lagunare censito dalle province, come se in Zona Faunistica Lagunare e Valliva non si potesse cacciare da appostamento temporaneo o in forma vagante. In realtà, come ammette la Giunta regionale del Veneto nella sua delirante delibera, il vero rapporto della nuova TASP e numero di ettari per cacciatore risulta pari a 1 cacciatore per 27 ettari di TASP.
Ecco accontentata la parte più retriva ed egoista di alcuni dirigenti venatori facenti parte della famigerata “cabina di regia” venatoria e dalla loro lunga mano rappresentata da molti presidenti dei Comitati direttivi degli ATC che non hanno neppure avuto il coraggio di farsi eleggere dalla base associativa ma si sono fatti eleggere dai componenti dei Comitati direttivi.
Il primo effetto di queste nuove decisioni assunte dalla Giunta regionale del Veneto, in attuazione del delirante nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale 2022/2027, sarà l’impossibilità per molti cacciatori di poter accedere agli Ambiti Territoriali di Caccia e la drastica riduzione della possibilità di applicare in Veneto la legge regionale sulla mobilità per la caccia alla selvaggina migratoria. Ancora una volta abbiamo la conferma della perversa volontà di questi dirigenti venatori di far pagare sempre più soldi ai cacciatori per farli andare a caccia sempre meno (fonte: ACR).